I tagli alle Cer? Un riallineamento al fabbisogno effettivo
Il Mase risponde così alle preoccupazioni di gestori e enti delle Comunità sulla riduzione del 64% circa dei fondi, passando da 2,2 miliardi a 795,5 milioni

«Le risorse sono riallineate al fabbisogno effettivo della misura»: a 24 ore dall’allarme lanciato da gestori e aggregatori delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) sui tagli del 64% circa dei fondi a loro destinati, il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica rassicura, «si farà parte attiva nel ricercare ulteriori risorse alle Cer, in caso di fabbisogno, sia attraverso l’eventuale rifinanziamento della misura, sia tramite il ricorso ad altri piani di investimento nazionali o europei».
Ecco perché con il Pnrr sono stati tagliati i fondi
La rimodulazione della dotazione Pnrr per le Cer è una scelta del Governo nell'ambito della revisione complessiva del Pnrr, assunta per mettere in sicurezza tutte le misure senza perdere un solo euro di fondi europei. L'importo iniziale di 2,2 miliardi era stato definito nel 2021 sulla base di simulazioni che ipotizzavano un sostegno interamente erogato sotto forma di prestiti a tasso zero fino al 100% dei costi ammissibili, una modalita' poco conciliabile con la reale dinamica attuativa e con le effettive esigenze finanziarie delle potenziali iniziative progettuali Cer. Con la modifica Pnrr operata nel 2023 e' stato possibile trasformare la tipologia di sostegno da prestiti a contributi a fondo perduto. Tale variazione, per garantire il rispetto della normativa europea sugli aiuti di Stato, come stabilito dalla decisione della Commissione europea, non poteva superare l'intensità massima del 40% dei costi ammissibili. A parità di obiettivi sulle Cer, il fabbisogno reale di risorse Pnrr risultava quindi molto inferiore.
Le domande finora presentate, che saranno ora sottoposte a istruttoria tecnica, risultano coerenti con il nuovo budget, tenendo conto anche della fisiologica riduzione (circa 10-15%) tra progetti presentati e progetti effettivamente ammessi a finanziamento.
«Riassegnate le risorse eccedenti ad altri interventi più bisognosi»
La riduzione della dotazione deve essere letta come un necessario riallineamento responsabile alle esigenze reali e alle stringenti scadenze del Pnrr, che ha consentito di riassegnare risorse in eccesso ad altri interventi oggi più bisognosi, evitando il rischio di "reversal" e tagli finanziari a chiusura del Piano. La misura Cer resta pienamente operativa e viene inoltre rafforzata dalla costituzione di una facility dedicata presso il Gse.
L’impegno a ricercare ulteriori fondi per le Cer
l Ministero, infine, si farà parte attiva, si legge nel comunicato diffuso mercoledì pomeriggio, nel ricercare ulteriori risorse alle Cer, in caso di fabbisogno, sia attraverso l'eventuale rifinanziamento della misura, sia tramite il ricorso ad altri piani di investimento nazionali o europei. Eventuali progetti che dovessero risultare ammissibili ma non immediatamente finanziabili nell'ambito dell'attuale dotazione potranno essere oggetto di prioritario monitoraggio, in modo da intercettare nuove risorse non appena disponibili. L'autoconsumo e le comunità energetiche rinnovabili sono istituti innovativi che richiedono comprensione ed implementazione. In sintesi, la riduzione della dotazione Pnrr per le Comunità energetiche rinnovabili non rappresenta un passo indietro, ma un'operazione di responsabilità e buon governo: le risorse sono state riallineate al fabbisogno effettivo della misura, senza rischi di perdita finanziaria nella fase conclusiva del Pnrr, salvaguardando gli obiettivi sulle Cer e, allo stesso tempo, mettendo in sicurezza l'intero Pnrr e il suo complesso di interventi a beneficio di famiglie, imprese e territori.
Le suore in prima linea per la transizione ecologica: "Noi ci siamo"
Suore in prima linea nel processo della transizione ecologica. Al convegno delle comunità energetiche rinnovabili nel mondo religioso - che si è svolto a Roma martedì pomeriggio - suor Micaela Monetti, presidente dell'Unione Superiore Maggiori d'Italia, ha dato voce alle comunità religiose femminili che in termini di transizione ecologica si impegnano e sostengono il processo: «'Noi ci stiamo soprattutto perché la tutela della dignità della persona, del creato, della casa comune fa parte da sempre di un carisma fondazionale e questo ha ricadute ovviamente non solo sulle comunità religiose ma soprattutto sulla missione che queste comunità religiose fanno sul territorio italiano e non solo italiano. E poi credo che una cosa molto bella, innovativa, sfidante è il cambiamento della geografia delle nostre comunità ormai sempre più internazionali e questo significa anche accogliere e confrontarsi con sensibilità ecologiche molto diverse e penso che davvero ci siano laboratori importanti già all'interno della nostra comunità per promuovere la transizione energetica'».
«Le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano un modello innovativo che permette a cittadini, enti e Istituzioni di collaborare per produrre e condividere energia da fonti rinnovabili, unendo tecnologia, sostenibilità e valori di comunità - ha osservato Salvatore Di Palo, presidente della RS CER -. L'energia condivisa diventa una fonte stabile di risorse economiche utilizzabile per sostenere attività pastorali, programmi sociali, interventi di ristrutturazione delle strutture religiose, oltre che per contrastare la povertà energetica. Questo strumento traduce concretamente gli insegnamenti della Laudato sì di Papa Francesco e della Dottrina Sociale della Chiesa in azioni di impatto sulla comunità».
© RIPRODUZIONE RISERVATA





