Da “Mia moglie” alle foto rubate delle politiche: cosa sta succedendo sul web?
Chiude il sito in cui erano state pubblicate e sessualizzate le immagini di decine di parlamentari. Valente: è la nuova frontiera della violenza maschile. E il governo promette «iniziative specifi
Davvero il #MeToo non è servito a nulla? Evidentemente la denuncia collettiva di qualche anno fa sulla sistematica violenza esercitata sulle donne non è bastata a cambiare la mentalità di tanti uomini. Dopo il caso della piattaforma Facebook "Mia moglie", in cui venivano pubblicate a loro insaputa foto intime di mogli, compagne e amiche, ora è emerso quello di almeno due siti in cui immagini di politiche italiane venivano pubblicate, in alcuni casi ritoccate e manipolate, e commentate con frasi sessiste o addirittura oscene.
Nel tritacarne sono finite in tantissime, dalla presidente Giorgia Meloni a Elly Schlein, da Mara Carfagna a Mariastella Gelmini, da Maria Elena Boschi ad Alessandra Moretti. E proprio quest'ultima, parlamentare europea per il Pd, è tra coloro che hanno denunciato il sito coinvolto. La piattaforma, dal nome evocativo Phica.eu, oggi ha comunicato di aver chiuso i battenti e di aver cancellato «tutto ciò che è stato fatto di sbagliato». Lo "spirito e il senso originario" del sito - nata come "piattaforma di discussione e di condivisione personale, è stato "danneggiato" da persone che "usano in modo scorretto le piattaforme. È successo con Facebook, con i gruppi su Telegram, ed è successo anche qui". Dunque, si chiude, assicurano i gestori.
Nel caso di Phica.eu così come di "Mia moglie" non si tratta di porno, di cui peraltro il web è pieno. Si tratta di esporre le donne come oggetti, che si tratti delle proprie mogli o di donne di potere. Donne, in ogni caso, a cui non si riconoscono altre caratteristiche che quelle fisiche, come se non esistesse cervello o sentimenti o altre qualità.
La strada della denuncia sembra essere l'unica possibile, viste anche le difficoltà tecniche nell'oscuramento dei siti, che ricompaiono puntualmente con altri nomi o da altri Paesi. «Bisogna che chi ha una maggiore visibilità e maggiori responsabilità, come nel mio caso, si faccia promotore di battaglie in difesa dei diritti e, aggiungo, in difesa della sicurezza delle donne: violenza porta violenza», ha dichiarato Alessandra Moretti. «Il dilagare di questi siti pornografici dove le donne vengono utilizzate come merce di scambio evidenzia una grave e pericolosa regressione sul terreno della cultura del rispetto della persona», ha denunciato l'eurodeputata del Pd. «Vanno chiusi e vietati questi tipi di siti che istigano allo stupro e alla violenza», ha aggiunto «invito tutte e tutti a denunciare, abbiamo avuto vari esempi di come le donne siano esposte e trattate come merce di scambio, dal gruppo Mia moglie in poi, ma proprio perché può accadere a tutte noi e soprattutto alle più giovani». Una indignazione bipartisan: «Si tratta di un'operazione ripugnante e mi auguro che i responsabili vengano al più presto individuati e puniti. È necessario fermare al più presto questa deriva sociale e useremo tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione per farlo», ha aggiunto la senatrice di Fratelli d'Italia Ester Mieli, responsabile nazionale del Dipartimento Pari opportunità e politiche contro ogni forma di discriminazione.
Centinaia di donne si sono scoperte vittime inconsapevoli di questa pesante forma di violenza online con loro foto e video intimi che vengono condivisi senza consenso e diventano oggetto di violenze e abusi. Prima è esploso il caso del gruppo Facebook "Mia Moglie" in cui uomini condividevano immagini intime delle proprie mogli, fidanzate e partner o di donne ignare per offrirle alla violenza digitale dei 32mila utenti del forum. Ora, dunque, è emerso anche il forum Phica.eu dove dal 2005 sono state pubblicate foto rubate dal vivo, dai social o dalla tv. Tra gli scatti più diffusi di personaggi politici ci sono quelli al mare, come nel caso della premier Giorgia Meloni mentre riposa o si spalma la crema, ma ci sono anche immagini di Elly Schlein, un deep fake in cui la senatrice Mariastella Gelmini si mostra con un seno nudo, di Maria Elena Boschi, Alessandra Mussolini. Anche diverse attrici e influencer hanno denunciato di aver trovato loro foto sul forum.
Alla Polizia Postale sono arrivate quasi 3mila segnalazioni sul gruppo "Mia moglie" e diverse centinaia su una decina di altri gruppi analoghi. Le indagini vanno avanti in attesa che Meta fornisca alla procura tutti i dati sugli utenti del gruppo "Mia Moglie". Poi ci vorranno le querele. Il Codacons Donna ha attivato un servizio dedicato di consulenza legale e supporto psicologico rivolto a tutte le donne vittime di violazioni della propria dignità e della propria privacy.
Tra le parlamentari già ieri c'è stato un terremoto: molte hanno cercato di accedere al sito per capire se erano state pubblicare anche proprie immagini manipolate. Tra loro c'è Valeria Valente, senatrice Pd: «Esprimo solidarietà alle mie colleghe alle quali sono state carpite foto per la pubblicazione sul sito-forum porno phica.eu, del quale potremmo peraltro scoprire di essere tutte vittime e che adesso, in seguito alle denunce, sembra essere stato oscurato». La prospettiva tracciata dalla senatrice Valente è inquietante: «Quella della sottrazione, dello scambio, della manomissione e della pubblicazione di foto personali all'insaputa delle donne è la nuova frontiera della violenza maschile, che considera le donne oggetti e per cui è normale lo sfruttamento del corpo femminile. Un rigurgito di cultura di stampo patriarcale che dobbiamo stroncare agendo unite».
Ma certo la violenza online non riguarda solo le donne: ci sono gli abusi che riguardano i minori, con decine di siti del deep web in cui circolano immagini e video raccapriccianti, su cui vigila in particolare l'organizzazione Meter. O in generale i più fragili, come i disabili. E poi c'è il tema della (presunta) impunità di branco: se cento persone commentano con frasi oscene la foto di una donna, si ha la sensazione di non commettere nulla di irregolare. Ma non è così, nulla di ciò che si agisce in rete può essere considerato neutrale o irrilevante.
Oggi su questo fronte è intervenuto anche il governo, con la ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità Eugenia Roccella, che ha promesso «iniziative specifiche per il monitoraggio di situazioni di questo tipo, la segnalazione alle autorità competenti a cominciare dalla magistratura e l'individuazione degli strumenti più efficaci per il contrasto di questa barbarie del terzo millennio»
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