Benvenuto Leo, l'abitante numero 144 del paese che sta scomparendo

Festa a Celle di San Vito, il più piccolo comune pugliese, per la nascita di un bebè: «È il simbolo di un Paese che resiste». Il papà Andrea: «Qui potrà crescere tranquillo»
July 14, 2025
Benvenuto Leo, l'abitante numero 144 del paese che sta scomparendo
. | A Celle di San Vito (Foggia) si festeggia l’arrivo del 144esimo cittadino
«Che gioia indescrivibile la nascita di mio figlio Leonardo: lui non è solo il 144esimo cittadino del comune più piccolo della Puglia, Celle di San Vito, ma per tutti gli abitanti è l’ultimo nato di una grande famiglia». Con parole semplici, commosse e orgogliose, il giovane Andrea Perrini, falegname di 27 anni, ci spiega l’amore incontenibile per il suo primo figlio, nato il 10 luglio, ma anche per l’intera comunità che si farà custode del suo futuro. La nascita di Leonardo, infatti, ha reso felici non solo i suoi genitori, Andrea e Caterina - anche lei giovanissima non avendo compiuto nemmeno 20 anni - ma tutto il paese. Amici e parenti, anche tra coloro che vivono lontano da Celle di San Vito, approfittando dell’estate, in questi giorni stanno arrivando in paese per fare gli auguri ai genitori e conoscere il piccolo Leonardo, secondo nato del 2025 per Celle. «Qui mio figlio potrà crescere tranquillo, giocare per strada, nell’affetto di tutti. Non c’è un altro posto dove vorrei vivere insieme alla mia famiglia – continua emozionato Andrea –. Le difficoltà in un comune di poche anime non mancano, ma è la forza dell’unità e della condivisione che ci permette di superare tutto e andare avanti. La famiglia è tutto. E noi qui a Celle ne abbiamo una unita, grande e forte».
Il fiocco azzurro per Leo - .
Il fiocco azzurro per Leo - .
La nascita di un bambino e la crescita di una famiglia composta da persone giovanissime, «per un piccolo paese come il nostro, sono eventi importantissimi – dice la sindaca Palma Maria Giannini –. Oltre a darci una gioia immensa, contribuiscono ad alimentare il futuro di una comunità che vuole crescere e che continua a credere nel proprio domani. Al presente e futuro sono orientati i progetti ai quali sta lavorando il Comune. Nei giorni scorsi, una delegazione della comunità cellese è stata protagonista a Bruxelles per promuovere il patrimonio culturale francoprovenzale». Il piccolo comune della provincia di Foggia, infatti, è noto per essere una delle due uniche località dell’Italia meridionale (insieme alla vicina Faeto) dove si parla il francoprovenzale, una lingua minoritaria riconosciuta dallo Stato e dall’Unesco come patrimonio culturale immateriale a rischio di estinzione. «Da poco – aggiunge la sindaca – sono stati ultimati i lavori con cui il borgo si è dotato di una “Casa del Pellegrino” sulla Via Francigena. A maggio, il paese ha fatto il proprio ingresso nella rete di “GustArte”, acquisendo titolo e bandiera di “Borgo d’eccellenza tra Arte e Gusto”. Ad aprile, col successo di “1151 Festival della Montagna”, Celle di San Vito è stato tra i protagonisti di una serie di iniziative di valorizzazione del Monte Cornacchia, il rilievo più alto della Puglia con i suoi 1.151metri di altitudine. Tra pochi giorni, inoltre, sarà reso noto il programma di eventi dell’Estate di Celle. Stiamo preparando un calendario di appuntamenti speciali per tutti», annuncia la prima cittadina, «e sarà un modo per celebrare al meglio la prima estate di Isabel (prima nata del 2025) e Leonardo come nostri neo-cittadini».
«Stiamo lavorando per creare un’isola felice a misura di bimbo», racconta infine Virginia Carosielli, impiegata allo Sportello linguistico che si occupa di diffondere e promuovere la cultura francoprovenzale, e la cui famiglia è proprietaria dell’unico ristorante del paese. «In tanti vengono a trovarci da comuni e regioni limitrofe, incuriositi dal fascino del nostro piccolo borgo, ed è per questo che continuiamo a investire per promuoverne storia, cultura e tradizioni. Dei 144 abitanti la gran parte sono coppie giovani. E quando nascono dei bimbi, diventano subito i nipotini di tutti», sottolinea inoltre Virginia per far comprendere il senso di famiglia e di futuro in cui crede, e come lei tutti i suoi compaesani. «I nostri figli – afferma – escono in bici e vanno in missione nei boschi, ma noi li aspettiamo sereni senza temere nulla. In un’epoca frenetica e ferita come quella di oggi, questi per noi sono dei valori preziosi e introvabili, che difendiamo e invitiamo tutti a venire a riscoprire. La tranquillità e i sentimenti che si respirano per il borgo rappresentano la sua vera e immutabile bellezza».

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