Alpinismo, parapendio, base jumping: le vittime dello sport portato al limite
Negli ultimi giorni sono morti altri due escursionisti che salivano sul Monte Rosa, ma aumentano anche gli incidenti mortali di chi pratica (e spesso esibisce sui social) attività estreme

Mattia Debertolis, campione di orienteering ventinovenne, è morto la notte dell’11 agosto dopo essersi sentito male durante una gara dei World Games in Cina. Era un professionista e si era preparato per questa competizione, ma nonostante questo mentre stava correndo nell’afa con punte di 43 gradi ha accusato un malore e non ce l’ha fatta a riprendersi. Il suo ero uno sport generalmente ritenuto non estremo che combina resistenza, orientamento e velocità. Il ruolo del caldo in questa tragedia è comunque un’ipotesi da vagliare e la responsabilità non è sua se la gara si è tenuta nonostante l’eccessiva afa. La sua morte ci ricorda però che qualsiasi sfida, se portata al limite, può essere fatale.
Al di là dei professionisti in gare ufficiali, specialmente d’estate molti approfittano delle vacanze per fare esperienze adrenaliniche o mettere alla prova la propria resistenza, scoprire nuovi paesaggi e immergersi nella natura. Le cronache ci raccontano di sentieri di montagna affollati di turisti quasi più delle spiagge. È così che purtroppo in questo periodo aumenta anche il rischio del “tragico incidente”, che può capitare a chi si avventura senza la preparazione opportuna, ma può toccare anche ai più esperti per un errore banale. Negli ultimi giorni gli incidenti mortali sono stati diversi. Il 14 agosto due alpinisti, un trentaquettrenne residente in provincia di Pisa e una trentaseienne di origine straniera e residente nel Padovano, sono morti sul Castore, nel massiccio del Monte Rosa, probabilmente perché si sono persi a causa del maltempo. Martedì scorso sono stati trovati morti in Trentino-Alto Adige un padre di 67 anni e il figlio di 25. Erano andati a fare un’escursione: a essergli fatale è stata una caduta da un tratto esposto di un sentiero nella zona di Plan, a Moso in Passiria, sotto il bivacco Pixner. Purtroppo, non si tratta di un caso isolato. Due giorni prima un uomo di 53 anni originario di Pineta di Laives in Alto Adige, è morto invece nella notte dopo essere precipitato per una trentina di metri tra la Val di Cembra e la Bassa Atesina, in territorio della provincia di Trento. Molto probabilmente a causa del buio della notte, l’uomo ha perso il sentiero ed è così che è precipitato.

Secondo i dati relativi agli interventi del Soccorso Alpino effettuati tra il 21 giugno e il 23 luglio 2025, in montagna dall’inizio della stagione estiva erano già oltre 80 i morti e almeno 5 i dispersi. Nel 2024 il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico era intervenuto nel 46% dei casi per cadute o scivolate, assistendo in totale quasi 12 mila persone: di queste, 466 non sono sopravvissute. I decessi registrati sono avvenuti durante diverse attività outdoor: non solo escursioni, ma anche sport come parapendio, mountain bike, ferrata e arrampicata. Sebbene non vi siano delle stime esatte sugli incidenti mortali legati a ogni disciplina, per avere un’idea possiamo guardare alcuni dati conosciuti. Per esempio, sappiamo che per quanto riguarda l’alpinismo estremo nella seconda vetta al mondo per altezza, il K2, il rapporto fra alpinisti che hanno raggiunto la vetta e le vittime totali è di uno a quattro.
Nei contesti alpini ormai si praticano davvero tantissime attività e per ciascuna si trovano professionisti diventati famosi sui social proprio per il loro coraggio o la spericolatezza, che in alcuni casi è costata la vita a loro o a chi prova a emularli. Anche i più esperti possono commettere un errore fatale. In Italia tra i casi più recenti c’è quello di Andreas Tonelli, influencer e biker esperto di ciclismo estremo, precipitato per oltre 200 metri mentre affrontava un sentiero in Val Gardena. Il downhill, appunto, è una disciplina in cui gli atleti devono scendere da percorsi ripidi. Tonelli era noto per avere affrontato spesso sulla sua mountain bike discese, ma anche salite, in contesti alpini e terreni impegnativi: sui social media condivideva le sue avventure. Al di là del suo caso specifico e del brivido dato dal rischio, purtroppo anche fare del semplice ciclismo di strada in Italia comporta ancora dei pericoli: a inizio agosto erano già oltre 130 i ciclisti che avevano perso la vita dall’inizio dell’anno sulle nostre strade.

Guardando invece ad altri sport spinti, sempre in Trentino-Alto Adige, in Val di Fassa, qualche giorno prima di Tonelli era toccato a un base jumper, il turista australiano 42enne James Lee Nowland. Nello specifico, stava praticando wingsuit flying, il volo con tuta alare: si è lanciato nel vuoto tra le montagne, ma le ali della sua tuta non si sono aperte. Il 5 agosto lo stesso destino è toccato a un base jumper cinese di 25 anni, che è morto dopo essersi lanciato dal Piz da Lech, in Alta Badia, nella zona di Colfosco: lo stesso punto in cui giusto un anno fa era morto sempre in volo il base jumper, Raian Kamel, bresciano di 36 anni. Negli ultimi mesi anche il nome di un celebre base jumper, Felix Baumgartner, è finito nelle cronache per la sua ultima impresa. L’incidente dell’austriaco di 56 anni è avvenuto nelle Marche, a Porto Sant’Elpidio (Fermo), mentre era in volo, in questo caso con un parapendio a motore. Un’ipotesi è che abbia perso il controllo per un malore, ma sul suo caso è stato aperto un fascicolo per accertare se il motore del parapendio e gli strumenti di sicurezza abbiano funzionato regolarmente o se la discesa improvvisa e veloce al suolo sia stata conseguenza di un errore umano.
Molti di questi sport hanno delle varianti nelle quali il livello di complessità aumenta, come lo ski base jumping e lo speed flying per il parapendio, che prevedono entrambi l’uso di sci. Tutte queste discipline sono tanto affascinanti e spettacolari quanto soggette a un rischio intrinsecamente elevato. Ciò che conta, come dicono sempre gli esperti, è dunque non partire all’avventura senza informarsi, prepararsi ed equipaggiarsi adeguatamente. A maggior ragione in queste affollate giornate d’estate.
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