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Rai, il “calcio rosa” è stato un euroflop

Andrea Fagioli martedì 2 agosto 2022
Mentre a breve torna a rotolare in tv il pallone del calcio maschile, si è sgonfiato quello del calcio femminile. È vero che la Rai ha trasmesso domenica la finale degli Europei donne tra Inghilterra e Germania, ma la presa l'aveva mollata da tempo: subito dopo la prematura uscita di scena della Nazionale italiana sulla quale aveva puntato tutto annunciando partite in diretta e interviste quotidiane, proponendo dieci spot e un docufilm, mandando al seguito una schiera di inviate (dimostratesi non prive di enfasi) per coprire telecronache e commenti tecnici. Ma le cose non sono andate come previsto. In questo senso ci può essere stata una valutazione non corretta sul reale valore della nostra squadra, che si è squagliata di fronte alla Francia e non si è più ripresa. Questo, però, è un discorso che non ci riguarda. Qui ci interessa mettere in evidenza il ruolo avuto dalla televisione, che ha cercato di promuovere il calcio femminile come fosse una battaglia per i diritti civili. E per farlo non ha provato a far capire quanto possa essere bello il calcio delle donne come sport in sé, ma ha cercato di creare dei personaggi. L'esempio più clamoroso è quello di Sara Gama, capitano della Nazionale, sulla quale da tempo si è concentrata l'attenzione della tv e che in vista degli Europei è stata ingaggiata per una campagna pubblicitaria di integratori e spesso chiamata per i collegamenti anche all'interno del Tg1 delle 20. Può essere un caso, ma nella partita con la Francia è stata una delle peggiori in campo tanto da finire poi fuori squadra. Non crediamo di essere smentiti nel dire che le luci della ribalta televisiva non le hanno giovato e che la televisione ha sbagliato i conti dimostrando a proprio spese che questa non è la strada giusta per valorizzare il calcio femminile.