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I pionieri del calcio, una serie di qualità

Andrea Fagioli venerdì 24 aprile 2020
Braghettoni, bretelle e pallone che aumenta di peso con la pioggia. Altri tempi e altro calcio. È la fine dell’Ottocento quando nel Regno Unito si diffonde tra i giovani dell’alta borghesia un gioco che ben presto coinvolgerà anche la classe operaia, anzi: diventerà motivo di riscatto sociale perdendo la dimensione amatoriale per trasformarsi in sport professionistico. Lo racconta The English game, la serie di Netflix ispirata alla storia vera dello scozzese Fergus Suter, considerato il primo calciatore professionista al mondo, che fu ingaggiato dal proprietario del cotonificio della cittadina inglese di Darwen e della locale squadra di calcio interamente composta da operai. L’obiettivo era rafforzare l’organico in vista dello scontro con gli Old Etonians, compagine di gentiluomini londinesi capitanata da Arthur Kinnaird, valevole per i quarti di finale del più antico torneo calcistico: la FA Cup 1879. Le vicende di Suter e di Kinnaird, di fatto i due protagonisti, avranno uno sviluppo che per ovvie ragioni non anticipiamo. Ci limitiamo a sottolineare che trattandosi di una storia vera non è immune da imprecisioni nella ricostruzione. Almeno così dicono gli storici del pallone. Ma trattandosi di una fiction e non di un documentario, le possiamo accettare di buon grado, anche perché il prodotto finale è di livello, con tematiche interessanti, a partire dalla storia stessa del calcio che passa dal gioco alla “viva il parroco” ai primi schemi con le aperture sulle fasce, niente più mischie dietro al pallone o tutti in attacco come voleva il modulo che oggi, facendo inorridire gli esperti, si potrebbe definire 2–2–6. Ma il calcio di The English game non è altro che la metafora della vita. Ecco allora gli altri temi come l’accennato rapporto tra le classi sociali (dove la distinzione tra buoni e cattivi non è automatica ed è facile passare dalla ragione al torto su entrambi i fronti della barricata), l’ambizione, l’amore, il desiderio di famiglia e di maternità. Il racconto è semplice, anche se la tensione narrativa a volte si allenta nel sovrapporsi delle vicende da seguire, in particolare quelle dei due protagonisti tra i quali, va detto, Kinnaird mostra l’evoluzione più interessante.