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A scuola tra orologi spia e auricolari per farsi suggerire

Gigio Rancilio venerdì 2 febbraio 2018
Quando pensiamo al rapporto tra i bambini e la tecnologia siamo naturalmente portati a guardare alla nostra altezza. A interrogare gli esperti e a confrontarci con gli adulti. Riteniamo che i bambini non abbiano voce in capitolo. Li riteniamo troppo piccoli per potere intervenire con saggezza.
Eppure, ogni tanto, dovremmo scendere dai nostri piedistalli e parlare con loro. Potremmo imparare molto. Per esempio, che chi vorrebbe vietare l'uso dei cellulari nelle scuole elementari e medie come accade in Francia, dovrebbe tenere in considerazione anche molti altri oggetti tecnologici altrettanto se non più invasivi.
Bastano infatti poco più di 30 euro per acquistare uno smartwatch per bambini. Anzi, un Smartwatch GPS Tracker Locator Kids. Che non è solo un orologio, ma anche un sistema per geolocalizzare la posizione dei bambini che lo portano, così da potere vedere sempre su una mappa dove sono. Non solo. Impostando una certa funzionalità sull'orologio, qualunque genitore può ascoltare l'audio del luogo dove il bambino si trova. E se il figlio è a scuola, mamma e papà – alla faccia della privacy – possono sentire tutto ciò che la maestra e i compagni stanno dicendo in quel momento. Il baby smartwatch, dotato di micro sim, promette anche chiamate bidirezionali. Ogni orologio permette di preselezionare quattro numeri telefonici. Basta schiacciare un tasto e si avvia la chiamata. Con mamma, con papà, con nonna o con la tata.
È stata una bambina di 9 anni a farmelo scoprire perché nella sua classe due compagni lo possiedono senza che le maestre sospettino nulla.
Se dalle elementari passiamo alle medie (per non parlare delle superiori e dell'università) c'è un gadget che potrebbe fare la felicità di molti studenti (me l'ha segnalato un dodicenne). Arriva dalla Spagna si chiama Pinga Nano e già dal sottotitolo non nasconde il suo uso "migliore": «Auricolare nano nascosto, per esami».
Avete letto bene. Quello che era il sogno proibito di molti di noi quando eravamo studenti, è ormai realtà. Un micro auricolare da inserire nell'orecchio prima di un esame, per potere ascoltare i suggerimenti dei nostri complici. Anche via telefono (come il famoso «aiutino da casa» di certi quiz televisivi).
Penserete: costerà una fortuna. Tutt'altro: 13,99 euro. Si trova su Amazon in libera vendita, accompagnato da questa descrizione: «L'auricolare nano è il modello di auricolare più piccolo e più efficace. È completamente invisibile dall'esterno dell'orecchio. È perfetto per superare quegli esami per i quali non hai avuto tempo di studiare e che sono fondamentali. Utile anche per una presentazione, esame orale, ecc. Funziona con chiamate telefoniche o registrazioni. Per fare ciò, dispone di un microfono ad alta sensibilità, per far sì che l'altra persona ti ascolti, e anche di un pulsante multifunzione con il quale puoi rispondere alla chiamata, mettere in pausa o riprodurre la registrazione (1 tocco) o passare alla traccia successiva (2 tocchi) o passare alla precedente (3 tocchi)».
Altro che biglietti nascosti in tasca o appunti scritti a penna nei polsini della camicia. Qui siamo al livello dei migliori Jame Bond. Solo che stavolta la tecnologia non aiuta a combattere il crimine ma a ingannare gli insegnanti.
Di gadget simili ce ne sono altri. Ma credo bastino i due che abbiamo elencato per creare preoccupazione in molti insegnanti. I quali, per legge, non possono perquisire gli alunni. Ma da qui in avanti saranno chiamati a vigilare con sempre più impegno e competenza sull'uso delle tecnologie in classe da parte degli alunni. Poveri insegnanti, non basta più che sappiate insegnare, dovrete anche diventare a vostra volta degli 007.