Opinioni

La tenacia di farsi ingegnere, il sogno di essere disability manager

Marco Tarquinio sabato 31 agosto 2019

Gentile direttore,

ho 40 anni e dal 2001 vivo su una sedia a ruote. La mia vita però non è finita quel 23 maggio di diciotto anni fa. Per due anni mi sono chiuso in me stesso, poi ho capito: anche da seduti la vita è vita. Sono andato avanti con gli studi, mi sono laureato con 110. Oggi sono un ingegnere elettronico. Caro direttore credo che lei – e chi lavora con lei nel suo giornale – possa capire cosa mi passa nella testa. Quanta voglia ho di fare. Di dimostrare che la disabilità non frena passioni, entusiasmo, progetti. Ho scritto un libro sulla progettazione accessibile. Ho ideato un gioco da tavolo formativo sulle barriere architettoniche, il 10 aprile scorso sono stato convocato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri per parlare di accessibilità e domotica. Ho tenacia e competenza. Vivo con la mamma, non ho un lavoro e provo a essere felice. Ma vengo a lei, direttore. Leggendo 'Avvenire' e la rubrica delle 'lettere al direttore' ho pensato che solo il suo giornale può darmi una mano. Per far conoscere la mia storia. E per svelare un mio piccolo grande sogno: diventare disability manager nel Comune di Fiumicino. È vero risiedo a Roma, ma a Roma c’è Andrea Venuto. Anche lui disabile. Anche lui con una infinita voglia di rendersi utile. Lui lo sta facendo. Roma per i disabili ha realizzato cose che prima che arrivasse Andrea non erano mai state fatte. E allora perché non sfruttare la mia tenacia e il mio entusiasmo a Fiumicino? Lì ho amici, parenti. Conosco quella realtà. So quanto si potrebbe fare di buono. C’è l’aeroporto. Ci potrebbe essere lo stadio. Ci sono le spiagge. Ho scritto questa lettera sperando due cose: che lei la leggesse e la pubblicasse. E che poi arrivasse sulla scrivania del sindaco di Fiumicino Esterino Montino. Un sogno? Solo un sogno? In altri comuni il disability manager fa cose. Non solo a Roma. C’è a Lecce, a L’Aquila, a Treviso, a Torino. Io ora aspetto. Con la mia fede spesso traballante. E con una folle fiducia che da quasi vent’anni ogni sera mi dice «Ermio vai avanti, arriverà il tuo momento». Direttore continui a scrivere. A rispondere. A occuparsi di quei grandi temi che hanno fatto grande 'Avvenire'. E pensi anche al mio piccolo grande sogno. Con stima.

Ermio De Luca


Do volentieri, gentile ingegnere, spazio e voce al suo sogno di «rendersi utile» da disability manager, di un importante Comune alle porte di Roma come Fiumicino, mettendo a frutto tenacia, esperienza esistenziale e affinate competenze. C’è un gran bisogno dell’una e delle altre in questo nostro Paese e nelle sue comunità locali. E i giornali come 'Avvenire' servono anche a questo: a far incrociare e mettere in comunicazione le persone e le idee, i valori e i progetti. A volte riusciamo davvero a dare una mano per rivelare il tracciato di una strada da percorrere. Lei ne tratteggia una, con rapidità ed efficacia. Spero che il sindaco Montino si metta in contatto con lei, anche solo per uno scambio di valutazioni. Non so che cosa potrà nascerne, ma immagino che potrà essere comunque qualcosa di buono. Auguri, gentile e caro Ermio, e buone letture.