Opinioni

La Chiesa accusata di collusione. Così si cancellano i documenti più solenni

Carlo Cardia venerdì 19 dicembre 2008
A parlano dell’antitesi radicale tra totalitarismo e cattolicesimo, che a nulla giovi ricordare che la Chiesa cattolica, con Pio XII, con Angelo Roncalli, e mille altri sacerdoti, religiosi, semplici fedeli, ha messo in opera negli anni bui dell’antisemitismo, la più vasta e capillare opera di salvezza che potesse fare un’istituzione a favore degli ebrei perseguitati, in Europa e nel mondo, nascondendoli dovunque si poteva, favorendone la fuga, intervenendo in tanti casi per alleviarne le sofferenze. Si vuole sempre e comunque distillare la tesi velenosa di collusione con il totalitarismo con lapidarie battute. Ma così facendo non si rende ragione alla storia, si cancellano i documenti più solenni, si nega la lungimirante opera della Chiesa quando ha preparato una classe dirigente che ha combattuto il fascismo ed ha costruito e guidato la democrazia in Europa dopo la catastrofe bellica. È papa Pio XI, non altri, che nel 1937 formula la condanna inappellabile della sostanza più intima del regime nazista, affermando nell’enciclica Mit Brennender Sorge che «chi eleva la razza, il popolo o una determinata sua forma, i rappresentanti del potere statale (…) a norma suprema di tutto, anche dei valori religiosi, perverte e falsa l’ordine delle cose create e volute da Dio». Aggiunge con toni quasi apocalittici che «verrà il giorno in cui invece dei prematuri inni di trionfo dei nemici di Cristo, si eleverà al cielo dai cuori e dalle labbra dei fedeli il Te Deum: un Te Deum di ringraziamento all’Altissimo, un Te Deum di giubilo, perché il popolo tedesco (…) piegherà di nuovo il ginocchio dinanzi al Re del tempo e dell’eternità». Nazismo e razzismo sono nemici di Dio. È ancora Pio XI che, quando Mussolini nel maggio del 1938 invita solennemente a Roma Adolf Hitler, se ne va a Castelgandolfo perché non vuole vedere Roma profanata «da un’altra croce (la svastica) che non è quella di Cristo». Sull’Osservatore Romano del 2-3 maggio si legge: «Il Santo Padre non si è recato a Castelgandolfo per piccola diplomazia, ma semplicemente perché l’aria di Castelgandolfo gli fa bene, mentre questa gli fa male». C’è da chiedersi chi mai abbia pronunciato parole simili, o fatto scelte del genere, nel momento di massima potenza del nazismo e dell’alleanza nazi-fascista. Però nel 1937-38 tutto il mondo le ascoltò e le comprese, oggi qualcuno vuole dimenticarle. Già Avvenire ha ricordato altre parole di Pio XI nel settembre 1938 quando disse «siamo tutti spiritualmente semiti», e altre condanne contro antisemitismo e nazismo che avvelenavano l’Europa in quegli anni. C’è da chiedersi come sia possibile che tutto ciò venga rimosso, negato, e si preferisca il giudizio affrettato, non dimostrato, ad analisi più meditate, articolate, come richiederebbero le grandi tragedie del secolo XX. Il secolo XX è stato attraversato dal totalitarismo di destra e da quello di sinistra, e la Chiesa cattolica, e altre Chiese cristiane hanno pagato un prezzo durissimo in termini di contrapposizione storica e ideale, di sacrificio di martiri, di attesa e preparazione per il superamento delle dittature. Altri hanno osservato che a rivolgere l’accusa di debolezze verso il totalitarismo sono intellettuali o politici che fino a ieri (alcuni ancora oggi), esaltavano quegli stessi regimi totalitari che hanno dilagato in Europa e ancora esistono in altre parti del mondo. Una ragione di fondo di questa perdita del senso della storia, sta nel fatto che è andata crescendo una superficialità culturale, ed ogni cosa viene piegata alla convenienza del momento, all’immediato interesse politico. Ma probabilmente c’è un’altra ragione nel voler svilire la realtà storica ed è che si cerca in qualche modo di intaccare l’autorevolezza che la Chiesa ha acquisito ovunque nel mondo proprio difendendo i diritti della persona contro ogni dittatura, contro ogni legge che umilia i più deboli e indifesi. Non si può escludere che certi attacchi tentino in qualche modo di appannare la presenza e la voce della Chiesa. Ma se così fosse, si tratterebbe di un calcolo miope, perché oggi le cose non si possono nascondere come un tempo, tutti sanno e vedono cosa è e come agisce la Chiesa in ogni parte del mondo. Tutti sanno che la sua missione è quella di diffondere il proprio messaggio a favore della persona umana, delle vittime delle dittature e di tutti gli egoismi. Questa, non altra, è la missione cristiana, e non potrà cambiare. sorpresa, e periodicamente, intellettuali e politici si esercitano nel rivolgere l’imputazione alla Chiesa di non aver saputo opporsi al totalitarismo, di non aver reagito contro le leggi razziali in Italia o contro il nazismo in Germania. Sembra che a nulla valgano i documenti, i fatti storici, le encicliche, che