Opinioni

Test Invalsi e lavoro con le classi. Attenti alle foto sfuocate e parziali della scuola

Marco Pappalardo giovedì 5 agosto 2021

Quando penso ai miei studenti, non ho davanti quelli descritti dagli ultimi dati dell’Invalsi, ma ragazze e ragazzi in carne e ossa con mille risorse e debolezze, con sbalzi di umore da far tremare la terra, con sogni dentro cassetti semichiusi, con cuori innamorati o spezzati, in rotta con il mondo e con esso iperconnessi, che cercano di scoprire ogni giorno cosa c’entri la scuola con la vita. Pensare che quei test possano essere la fotografia della realtà, su cui aprire dibattiti sul pessimo livello dell’istituzione scolastica italiana, è superficiale e inadeguato.

Da anni i numeri, variando le percentuali, sono per lo più gli stessi e così i problemi, cioè modesti o scarsi in Italiano, Matematica e Inglese, soprattutto al Sud; la novità è la stigmatizzazione della Dad. Ancora una volta, mentre da poco sono finiti i corsi di recupero e gli esami di maturità, ci troviamo a discutere su un’istantanea fotografia sfocata degli alunni come se fosse un intero book d’autore, e inoltre pure parziale, considerato che il tutto è svolto su un campione, che in poche ore di test ha la pretesa di capire e far capire dove precipiteremo. Con tutto il rispetto per l’Invalsi e la statistica, la scuola è un’altra storia. Una storia con vicende alterne, guerre vinte e perse, grandi invenzioni e un certo numero di flop, ma pur sempre un incrociarsi di persone, giovani e adulti, che combattono quotidianamente la buona battaglia dell’educazione, della formazione, della cultura, delle relazioni significative, dell’integrazione in contesti fortemente diversi. Quale di questi aspetti è contemplato nelle prove nazionali? Al massimo quello della cultura e comunque limitato a tre discipline, fondamentali sì, ma tre su almeno nove o dieci a seconda del ciclo e del tipo di studi.

Se limitate in partenza sono le prove (come se già a scuola non si valutasse abbastanza o forse non ci si fida dei voti?), perché poi darvi questo peso e presentarle come il giudizio universale sull’anno scolastico? Inoltre, davvero riteniamo che tutto ciò che avviene in quei 200 giorni, dentro e fuori dalle aule, possa stare racchiuso in una statistica, per quanto ufficiale e basata su dati reali? Gli studenti amanti del disegno, i bravi atleti, i piccoli geni della musica, gli appassionati di storia, i futuri scienziati, tutti questi - che fanno riferimento a una piccola parte di un notevole numero di discipline scolastiche non tenute in conto dall’Invalsi e spesso di indirizzo dove li mettiamo e chi li considera? Indubbiamente devono conoscere l’Italiano, la Matematica e l’Inglese, ma esistono le intelligenze multiple e magari sono le stesse per le quali i giocatori della Nazionale hanno vinto l’Europeo senza essere (com’è normale in tutti i settori) forse delle cime nelle tre dell’Invalsi! E che dire della 'fuga di cervelli' dall’Italia in Europa e all’estero di cui spesso si parla; per 'cervelli' intendiamo giovani in gamba, ben dotati intellettualmente, creativi e competenti, giusto? Ma se l’Invalsi ci dice da anni che la nostra scuola sforna giovani poco preparati, qualcuno mi sa dire quali 'cervelli' mandiamo fuori dal Paese?

E con la Dad incriminata come la mettiamo? E poi, le prove di questo 2021 hanno tenuto in considerazione un anno (più parte del precedente) diverso da tutti gli altri e praticamente unico? No, stessa modalità come se nulla fosse successo. Non averlo fatto, oltre a dimostrare i limiti dei test, falsa i risultati, poiché li affrontano piccole donne e piccoli uomini che, al contrario, questo periodo non lo dimenticheranno mai. Insomma, in tanti anni di valutazioni, di solito con tali esiti 'negativi', cosa si è fatto? Siamo proprio sicuri che, se i risultati delle prove sono sempre preoccupanti, non ci si debba preoccupare che siano le prove inadatte? Da docente ho imparato a mettermi in discussione di continuo, e in classe sul 'mettersi in discussione', sull’autovalutazione, sul porsi e porre delle domande di senso, scriviamo le pagine della nostra storia.