Economia

Tendenze. Psicologo, una professione ancora attraente

Maurizio Carucci martedì 21 novembre 2017

«Lo psicologo è ancora una professione attraente: nonostante una lieve diminuzione, sono ancora migliaia gli immatricolati in Italia ai corsi di laurea in Psicologia, che negli ultimi 20 anni si sono moltiplicati.
Purtroppo si tende a confondere il fascino della disciplina psicologica con l'esercizio della professione, e quindi resta un'aspettativa molto elevata di laurearsi e poi esercitare la professione di psicologo. In realtà, i dati statistici in nostro possesso ci dicono che solo un laureato ogni 4 si avvierà allla professione di psicologo». Questo il quadro abbastanza impietoso, ma realistico di Federico Zanon, vicepresidente dell'Enpap (Ente nazionale di previdenza e assistenza per gli psicologi). Attualmente ci sono 55mila professionisti attivi, che si distribuiscono all'incirca su tre fasce reddituali: 1/3 non supera i 5mila euro/annui netti, 1/3 si colloca fra 5mila e 20mila euro e 1/3 supera i 20mila euro.

Eppure gli italiani sono molto orientati all'acquisto di prestazioni psicologiche. Dai dati dell'Enpap sul fatturato degli psicologi, risulta che il volume di vendita della psicologia in Italia è in continua crescita: nel 2016 era di 917 milioni di euro, con una crescita del 7% rispetto all'anno precedente. «Abbiamo inoltre svolto una ricerca di mercato sulla nostra figura professionale nel 2015 - continua Zanon - rilevando con diverse metodologie il sentiment di circa 1000 fra cittadini e opinion leader sulla figura dello psicologo. Ne emerge un orientamento positivo: siamo percepiti come i principali interlocutori professionali quando si affrontano scelte, eventi di vita o situazioni complesse. Pare definitivamente tramontata l'idea dello psicologo come figura che si occupa solo di patologia mentale: sempre più spesso i cittadini ci vedono come una figura di consulenza ad ampio spettro, specialisti della complessità della vita».

Per diventare psicologo bisogna seguire il percorso di laurea di cinque anni, il tirocinio obbligatorio, l'esame di Stato e l'iscrizione all'Albo. A questa formazione di base segue sempre una formazione specifica in settori di attività, che si svolge sia sul campo che con corsi di formazione post-laurea. Il 60% dei liberi professionisti è specializzato in psicoterapia, cioè ha svolto un ulteriore percorso di studio di quattro anni che comprende un training pratico, per svolgere la psicoterapia. La psicoterapia in Italia richiede una specifica abilitazione e permette di curare in modo continuativo forme complesse di disturbo mentale, da soli o più spesso all'interno di gruppi o strutture di professionisti.


«Al momento - sottolinea il vicepresidente dell'Enpap - il consiglio per chi volesse iniziare il corso di laurea è di valutare molto bene le prospettive occupazionali a cinque e dieci anni. Non sarà infatti possibile mantenere gli attuali trend di crescita del fatturato, che già ora non si riflettono in una occupazione con redditi adeguati e per l'intero arco di carriera. Va aggiunto che i laureati in Psicologia hanno conosciuto un picco importante negli ultimi 20 anni, comportando una drastica riduzione delle possibilità occupazionali. Una professione va scelta non solo in base alle proprie aspirazioni, ma anche in base alla necessità che fornisca un reddito adeguato per i successivi 30-40 anni. La scelta va quindi calata in un orizzonte storico e demografico. I dati ci dicono già ora che per chi si immatricola oggi in un corso di laurea in Psicologia c'è meno di una probabilità su dieci di avere un reddito sufficiente per vivere. Tale probabilità è destinata a diminuire di anno in anno».

L'Italia, in pratica, sconta un inserimento molto tradizionale degli psicologi nei settori della salute e del sociale. In questi settori gli psicologi offrono un contributo essenziale e di rilievo economico per la collettività: basti pensare ad alcune questioni sociali come la gestione dei rapporti familiari, dei figli, delle malattie croniche ad alta componente comportamentale come obesità, diabete, malattie cardiovascolari o alla dipendenza da alcool o da gioco. In questi settori, che incrociano medicina, legge e comportamento, gli psicologi sono spesso in prima linea nel definire programmi di trattamento, fare ricerca, organizzare interventi e infine operare direttamente con le persone.


Sono circa 4mila su 55mila gli psicologi che principalmente lavorano in settori diversi (risorse umane, organizzazione, comunicazione, pubblicità). In realtà la competenza psicologica può essere applicata ad ampio spettro su qualunque realtà in cui sia presente il fattore umano, di gruppo o sociale. Alcuni campi molto promettenti sono lo studio dei comportamenti economici, perché si è verificato sperimentalmente che il comportamento economico umano non risponde alle logiche della matematica, oppure il campo dell'interazione fra uomo e ambiente, in settori come la sicurezza, l'usabilità, l'ergonomia.