Milano Cortina 2026: ecco come saranno le medaglie
di Redazione
La cerimonia a Venezia alla presenza di due leggende azzurre, Pellegrini e Porcellato. Un design essenziale: due metà che si fondono, rappresentano atleti e organizzatori

«Da oggi ogni atleta olimpico e ogni atleta paralimpico vede concretamente il suo sogno». Federica Pellegrini e Francesca Porcellato nella loro lunga carriera di sportive ne hanno messe al collo tantissime, ma l’emozione ieri pomeriggio a Palazzo Balbi, sede della giunta regionale del Veneto, a Venezia nel portare le teche con le medaglie di Milano Cortina 2026, sia olimpiche sia paralimpiche, era davvero tanta per le due ambasciatrici dell’evento. A Palazzo Balbi sono arrivate in barca navigando lungo i canali di Venezia. Anche in questo un elemento straordinario in una cerimonia che ha voluto evidenziare lo stile e la capacità organizzativa dell’Italia quando si scegli di lavora insieme.
E così continua a comporsi il quadro di Milano Cortina 2026, con questo nuovo tassello rappresentato dalle medaglie olimpiche. Ancora una volta il comitato organizzatore ha puntato sullo stile italiano affidando a Poligrafico Zecca dello Stato la realizzazione delle medaglie. Saranno 1.146 le medaglie che andranno al collo degli atleti che saliranno sul podio nelle 195 gare previste dal 6 al 22 febbraio per i Giochi olimpici invernali e dal 6 al 15 marzo 2026 per le Paralimpiadi. «Come Poligrafico siamo sempre al fianco del Paese e non potevamo mancare in una occasione come questa», ha detto Paolo Perrone, presidente dell’Istituto Poligrafico. «Le medaglie di Milano Cortina 2026 sono molto più che semplici premi; sono il battito del cuore italiano, l’essenza del desing che emoziona», aggiunge Giovanni Malagò, presidente della Fondazione Milano Cortina 2026. Accanto a lui anche i due nuovi presidenti del Coni e del Cip (i comitati olimpico e paralimpico), Luciano Bonfiglio e Marco Giunio De Santis, al loro debutto nel percorso olimpico del 2026 ma che hanno partecipato negli scorsi anni all’organizzazione.
«Essere qui oggi è la realizzazione concreta di un sogno - commenta Luca Zaia, governatore del Veneto e padrone di casa per questa presentazione - che abbiamo accolto con grandissima gioia». Analoga soddisfazione da parte anche degli altri amministratori veneti coinvolti nelle Olimpiadi. Per il governo è giunto il saluto del ministro dello Sport Andrea Abodi, che ha annunciato la detassazione dei premi degli atleti italiani vincitori di medaglia, e del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha ribadito come il Villaggio olimpico diventerà dopo i Giochi uno dei più grandi studentati d’Europa con 1.700 posti a «6/700 euro al mese». E ha aggiunto un piccolo sogno: «Sarebbe bello che ai Giochi potessero partecipare atleti di tutto il mondo, il che significherebbe la fine di tanti conflitti», con un chiaro riferimento in particolare al conflitto in Ucraina che ha portato all’escusione di russi e bielorussi.
E dopo tante parole finalmente le vere protagoniste dell’evento di Venezia sono state svelate: larghe 80 mm e spesse 13 mm, pesano attorno ai 500 grammi (quella d’oro raggiunge i 506 grammi, di cui solo 6 di oro). La medaglia rappresenta due elementi che si uniscono, a simboleggiare il lavoro fatto per realizzare i Giochi e per il lavoro svolto dall’atleta per raggiungere la medaglia. Su quelle olimpiche sono stampati i cinque cerchi olimpici, mentre per quelle paralimpiche è presente il simbolo dei tre agitos. Medaglie semplici, essenziali e allo stesso tempo capaci di diventare iconiche. Il risultato di un anno di lavoro, di ipotesi, di bozzetti, che hanno impegnato il gruppo incaricato di crearle. «Ogni medaglia è un racconto inciso nel metallo: parla di fatica, determinazione, sacrifici e speranze di chi ha vissuto per arrivare sul podio – ha aggiunto Malagò -. Ma racconta anche la storia di un’Italia che crede nei valori più autentici dello sport. Chi la conquisterà non porterà con sé solo il tributo alla vittoria, ma anche un frammento vivo dello spirito italiano, un simbolo eterno di ciò che siamo stati capaci di sognare e realizzare insieme».
«È un sogno da vivere con gli occhi ben aperti» conclude il neo presidente del Coni Luciano Bonfiglio. «Siamo un esempio di come si possa lavorare bene insieme. Siamo diventati costruttori di certezze per il mondo che in quei giorni ci osserverà. Arriveremo preparati». Intanto atleti olimpici e paralimpici hanno davanti agli occhi il loro sogno: la medaglia. Quelle di Milano Cortina 2026 sono lì ad attenderli.
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