Sulle tracce di Luigi Tenco tra le vigne del Monferrato

Le spoglie dell’artista riposano a Ricaldone, il paese in provincia di Alessandria dove crebbe e che gli ha dedicato un museo e un festival di musica d’autore
August 4, 2025
Sulle tracce di Luigi Tenco tra le vigne del Monferrato
Ansa | Il cantautore Luigi Tenco (1938-1967)
C’è un piccolo cimitero di paese, affacciato sulle dolci colline ricoperte di vigneti dell’Alto Monferrato. È lì che riposa Luigi Tenco, il cantautore scomparso tragicamente il 27 gennaio 1967 a Sanremo, i cui occhi inquieti ci osservano dalla fotografia posta sulla tomba della famiglia materna, a Ricaldone. In questo luogo di quiete e suggestione arrivano ogni anno, con discrezione, turisti e ammiratori, spinti dal desiderio di rendere omaggio a uno dei più grandi esponenti della canzone d’autore italiana. Ricaldone è un piccolo borgo storico in provincia di Alessandria. Luigi Tenco, nato nella vicina Cassine il 21 marzo 1938, vi trascorse i primi dieci anni della sua vita. La famiglia abitava una grande casa bianca, affacciata su un vasto cortile dove il piccolo Luigi giocava per ore. Proprio a quel cortile dovette dire addio nel 1948, quando si trasferì con la madre e il fratello a Genova. Lo ricorderà più tardi, con nostalgia, nei versi di In qualche parte del mondo: “dire addio al cortile, andarsene sognando”. Nonostante le nuove prospettive offerte dalla città e il precoce ingresso nel mondo musicale, Ricaldone non lo abbandonò mai davvero. E il paese, a sua volta, non ha mai smesso di onorarlo. Proprio qui è nato nel 2006 il Museo Tenco, un centro di documentazione permanente ospitato nell’ex asilo comunale adiacente alla chiesa, grazie all’impegno dell’Associazione Culturale Luigi Tenco – Ricaldone nata nel 1995. L’allestimento museale segue un percorso cronologico che guida il visitatore dalla prima infanzia del cantautore fino agli anni genovesi, all’esordio artistico e alla maturità musicale. Si possono ammirare dischi, prime incisioni, testi autografi, fotografie inedite, lettere, articoli d’epoca e materiali audiovisivi. Colpiscono per tenerezza i quaderni delle elementari, con gli appunti di storia scritti dalla mano incerta del piccolo Luigi, accanto alle foto di famiglia, ai ritratti con la madre e i cugini. Il capitolo relativo al drammatico suicidio durante il Festival di Sanremo è invece trattato con pudore, lasciando spazio alla sua eredità artistica più profonda. «Vogliamo offrire un ritratto più ampio e autentico di Tenco» racconta Sandra Garbarino, vicepresidente dell’Associazione. « Ripercorriamo la sua formazione, la sua sensibilità, la sua ribellione a un’industria discografica che voleva imprigionarlo nel cliché del cantante romantico o del bello e dannato. In realtà, era un artista complesso, idealista e profondamente critico».
Il museo Tenco di Ricaldone - Comune di Ricaldone/Associazione Tenco
Il museo Tenco di Ricaldone - Comune di Ricaldone/Associazione Tenco
Basti pensare alla prima versione della celebre Ciao amore ciao, esposta nel museo, che in origine si intitolava Li vidi tornare, ed era ispirata ai ricordi infantili della Seconda Guerra Mondiale. “Li vidi passare vicino al mio campo / il sole era alto sui loro fucili… / qualcuno di loro mi mandò un saluto / io ero più piccolo delle spighe di grano / ma dentro io ero soldato con loro», scriveva. Le logiche sanremesi lo costrinsero a cambiare il testo. In programma c’è anche un progetto di ammodernamento del museo, con l’introduzione di percorsi multimediali e interattivi. Ma Ricaldone è anche teatro di un’importante rassegna musicale: il festival “L’Isola in Collina”, giunto alla sua trentesima edizione. Ogni estate, nel piazzale della Cantina Tre Secoli, si alternano concerti di grandi artisti e giovani cantautori, in un ideale ponte tra generazioni. Quest’anno, tra gli ospiti, si sono esibiti Frankie hi-nrg mc, Francesco Renga (già presente alla prima edizione con i Timoria) e la Premiata Forneria Marconi. Il nome del festival prende spunto da un verso della canzone La mia valle, dove Tenco parla della “sua isola”, un’immagine poetica del legame con la sua terra d’origine di cui il giovane Luigi assorbì le suggestioni e le atmosfere che lo avrebbero accompagnato nella sua scrittura. « Il festival fu fondato nel 1992 grazie anche all’impegno di Amilcare Rambaldi, storico fondatore del Club Tenco di Sanremo. L’obiettivo era creare un festival che ricordasse Tenco nel suo luogo d’origine, ma che diventasse anche un faro per tutta la musica d’autore» aggiunge Garbarino. Nel corso degli anni, il palco di Ricaldone ha ospitato i grandi amici di Luigi – da Umberto Bindi a Gino Paoli, da Enzo Jannacci a Bruno Lauzi – ma anche i rappresentanti delle generazioni successive: Roberto Vecchioni, Edoardo Bennato, Francesco De Gregori. E tanti giovani che proprio a Ricaldone hanno trovato la loro prima occasione importante: Samuele Bersani, Carmen Consoli, Carlo Fava. Oggi, come da sua volontà – “perché se un giorno dovrò morire, voglio morire nella mia valle” cantava – Luigi Tenco riposa nel cimitero di Ricaldone. Ma la sua musica continua a vivere.

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