Damiano David diventa solista e ritrova se stesso

Nel suo primo album senza i Maneskin,"Funny little fears", il cantante e autore apre il diario dell'anima raccontando il disagio, le paure e l'amore. Una sfida che mostra il talento oltre l'
May 26, 2025
Damiano David diventa solista e ritrova se stesso
Foto di Damon Baker | Il cantante Damiano David
Ci vuole coraggio per cercare di essere se stessi, anche a costo di rischiare di perdere i propri fan, o magari di trovarne di nuovi. O la va o la spacca, deve avere pensato Damiano David, frontman dei Måneskin, la band italiana dei record che dopo avere vinto il Festival di Sanremo e l’Eurovision nel 2021 ha fatto impazzire i teenager di tutto il mondo a suon di rock, glamour e sin troppa estetica. Una parabola giunta al declino in questi tempi voraci, per la band per ora sospesa a tempo indeterminato? Damiano, evidentemente consigliato con accortezza, ha calato al momento giusto l’asso del suo primo album solista. E, nonostante lasci ancora aperte le porte al gruppo italiano più famoso del mondo, in realtà con i 14 brani del suo Funny little fears (Buffe piccole paure) il cantante apre il diario dell’anima raccontando il disagio degli ultimi tempi, l’amore vampiro e l’innamoramento quello vero, i dubbi di fare la cosa giusta nella vita, le paure accumulate.
Questo album, uscito in tutto il mondo per Sony Music Italy/Epic Records, è, dice il cantante e autore, «il diario emotivo di questo mio ultimo anno, per mostrarmi in una maniera diversa e urlare di cose che finora non avevo affrontato per paura di espormi, del giudizio». Un nuovo debutto accompagnato da un tour mondiale (anche in vari festival) con già le tappe europee sold out, comprese le tre italiane, a Milano il 7 ottobre e a Roma, l’11 e il 12 ottobre. Damiano David a 26 anni è in cerca di consolidare la sua credibilità personale, al di là della bellezza e del gossip, lui star mondiale che ormai vive a Los Angeles con la fidanzata star americana Dove Cameron, con il cuore però sempre alla sua Roma.
Che l’artista abbia un talento naturale e l’allure dell’autentico divo se ne sono accorti tutti sin dai tempi di X Factor, quando i Måneskin erano ancora vestiti da liceali della Roma bene, giarrettiere e tacchi ancora di là da venire. Il primo David aveva già dimostrato anche una penna sensibile per le ballad (ricordate Marlene?) che torna adesso a sfoderare in tanti brani (sono tutti in inglese) dell’album, con tocchi poetici e pensierosi, dove riesce a lavorare in sottrazione con la voce, in un lavoro intimo e sincero, talora dolente anche se non rinuncia alle studiate hit pop. Certo, vederlo nei panni di un novello Gene Kelly nel primo video Born with a broken heart in stile musical anni 50 ha spiazzato. Ma occorreva un punto di svolta netto anche estetico, ora rimesso in carreggiata con un Damiano bello e riflessivo nei poetici video ambientati nel Parco Nazionale Joshua Tree. La produzione dell’album è accuratissima, i produttori sono gli stessi dietro ai successi di Madonna, Maroon 5, Dua Lipa ed Harry Styles, tanto per dire qualcuno.
L’album apre con la convincente Voices, gli altri parlino pure, Damiano cerca la propria di voce. «Ho girato tutto il mondo per trovare la mia voce, finendo dove tutto è iniziato» dice. Ovvero nel pop, in tutte le sue sfumature: dalle venature folk, al vintage di Tangerine, dall’elettropop anni 80 di Zombie Lady sino al pop internazionale e a tocchi spiritual in Silverlines dove canta di avere trovato la pace dopo l’oscurità. Poi ancora venature glam anni 70 in Angel e Mars benissimo interpretate dove l’amore salvifico è al centro, come pure in Sick of myself. Una chicca Bruise, duetto con Suki Waterhouse, è una ballata delicata in punta di chitarra. Sino a chiudere con la toccante Solitude (Solitudine), un brano che colpisce per originalità, parte piano, sensuale, e si eleva ampia chiudendo con una domanda: «Nessuno mi capisce. Tu ci riesci?».
Lo capirà il pubblico? Noi ci auguriamo di sì. Certo, se i Måneskin hanno fatto il botto perché sono un unicum con il loro pop rock graffiante e spettacolare, sarà più complesso per il cantante italiano inserirsi in un panorama pop internazionale già molto affollato di star anglosassoni. Intanto un buon segno è che, da quando è uscito il 16 maggio scorso, Funny little fears è fra gli album più ascoltati su Spotify mondiale raggiungendo la nona posizione nella Top Album Debuts Usa di Spotify. C’è da sottolineare che circa il 50% di tutte le royalty generate dagli artisti italiani su Spotify nel 2024 proviene da ascoltatori al di fuori dell'Italia come emerge da Loud & Clear, il rapporto annuale di Spotify, dedicato all'economia dello streaming musicale.
Sono sempre di più le playlist generate dagli utenti nel mondo che contengono musica italiana e questo è tanto più vero per gli Stati Uniti, che sono il Paese con il maggior numero di playlist generate da utenti contenenti artisti italiani: oltre 130 milioni, più dell'Italia stessa. «Spotify, in quanto piattaforma digitale, rompe le barriere nazionali e i confini. Non importa se sei un artista italiano, inglese, americano: oggi hai la possibilità di raggiungere letteralmente tutto il mondo, ed è una possibilità speciale, che non tutti gli artisti prima di noi hanno avuto» commenta Damiano David. Per la prima volta nel 2024, l'italiano è entrato a far parte delle lingue (8 in totale) da oltre 100 milioni di dollari, con i ricavi globali generati dalla musica eseguita in italiano che sono aumentati del 23% rispetto al 2023.
Insomma, è nata una stella di prima grandezza? E’ presto per dirlo, ma le basi sono buone e, diciamolo, il ragazzo se lo merita pure. Questo è il primo passo.

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