lunedì 4 settembre 2017
Questa sera parte su Rai 1 "Nel nome del popolo italiano" con la storia del giudice Occorsio. A primavera Canale 5 proporrà fiction su figure dell'antimafia da Libero Grassi alla scorta di Borsellino
Il funerale di Piersanti Mattarella (Ansa)

Il funerale di Piersanti Mattarella (Ansa)

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Sempre in cerca di nuove storie da raccontare, la fiction tv della stagione che sta per iniziare punta molto sugli eroi dei nostri tempi, persone assolutamente normali, uccise solo per avere fatto il proprio dovere. Il filone non è nuovo, sia Rai sia Mediaset in passato hanno raccontato figure più note come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, don Pino Puglisi e don Peppe Diana e altre meno note come Gianni Maddaloni, olimpionico di judo a Sidney 2000 e impegnato in prima linea per salvare dalla strada e dalla delinquenza i giovani di Scampia proprio attraverso lo sport, e Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso per il suo impegno in difesa dell’ambiente contro gli interessi della camorra.

Stavolta, però, si tratta di progetti più strutturati che prevedono quattro titoli ciascuno pur con una differenza sostanziale: nel caso di Nel nome del popolo italiano (al via questa sera su Rai 1, in seconda serata) si tratta di docu-film, realizzati con immagini di repertorio e testimonianze di chi ha conosciuto gli eroi nazionali raccontati, tutti uccisi tra la fine degli anni ’80 e i primi anni del 2000: il giudice Vittorio Occorsio (ammazzato per mano di Ordine Nuovo nel 1976), il presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella (fratello del capo dello Stato Sergio, trucidato dalla mafia nel 1980), il professor Marco Biagi (il giuslavorista freddato dalle Nuove Brigate Rosse nel 2002) e il capitano della Marina militare Natale De Grazia (avvelenato nel 1995 mentre indagava sui traffici illegali di scorie). A guidare nel racconto gli spettatori saranno, rispettivamente, Gian Marco Tognazzi, Dario Aita, Massimo Poggio e Lorenzo Richelmy. Si è parte questa sera con il docu-film Vittorio Occorsio, diretto da Gianfranco Pannone.

Di tutt’altro tenore il ciclo proposto, probabilmente nella prossima primavera, da Mediaset, Liberi sognatori. Le idee non si spezzano mai. In questo caso, infatti, si tratta di veri e propri film dedicati anch’essi a quattro persone normali, diventate eroi per avere pagato con la vita il loro coraggio di fare il proprio dovere fino in fondo.

Rispetto al prodotto Rai, c’è un decennio di differenza: i Liberi sognatori di Canale 5 hanno tutti perso la vita tra gli anni Settanta e gli anni Novanta. Si tratta di Libero Grassi, imprenditore siciliano ucciso nel 1991 dalla mafia per la sua lotta contro il “pizzo” (ad interpretarlo è Giorgio Tirabassi); Mario Francese, cronista de “Il Giornale di Sicilia” assassinato anch’egli dalla mafia nel 1979 per avere raccontato l’ascesa dei Corleonesi (avrà il volto di Marco Bocci); Renata Fonte, assessore comunale uccisa nel 1984 per il suo impegno contro la speculazione edilizia (la interpreta Giulia Michelini) ed Emanuela Loi (Greta Scarano), componente della scorta di Paolo Borsellino, morta con lui nell’attentato di via D’Amelio del 1992, prima donna poliziotto a morire (a soli ventiquattro anni) nell’adempimento del suo dovere.

In nome del popolo italiano è prodotto da Gloria Giorgianni per Anele con Rai Cinema e Rai Com. A produrre Liberi sognatori è la Taodue di Pietro Valsecchi.

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