sabato 25 gennaio 2020
Tre azzurre nei primi tre posti nella discesa libera di Bansko. Risultato che conferma il primato della squadra Coppa del mondo.
Elena Curtoni

Elena Curtoni - Ansa

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Una valanga rosa copre il circo bianco. Non arreca danni, ma marchia col sigillo tricolore il manto candido. L’Italsci in gonnella stampa il “triplete” sulla neve di Bansko, monopolizzando il podio nella seconda libera andata in scena sul pendio bulgaro. Vince Elena Curtoni, il posto d’onore spetta a Marta Bassino, il gradino più basso è occupato da Federica Brignone. Valtellinese la prima, cuneese la seconda, valdostana la terza: c’è mezzo arco alpino rappresentato su quel podio a tinte bianche, rosse e verdi. Risuona Fratelli d’Italia alle falde dei Monti Pirin e la squadra azzurra si scopre dominatrice assoluta del circuito.

Nel giorno in cui Sofia Goggia resta ai box per i postumi della botta rimediata venerdì nella recita introduttiva, lo spirito da guerriere della truppa veloce italiana viene esaltato da una prestazione fuori dalla norma, ma non inedita.

È la quarta volta infatti che le azzurre fanno tripletta. La più recente era stata due anni fa, sempre in discesa, a Bad Kleinkirchheim, con Sofia Goggia davanti a Federica Brignone e Nadia Fanchini. Nel marzo 2017 erano state Brignone, Goggia e Bassino davanti a tutte nel gigante delle finali di Aspen, mentre occorre risalire a quasi un quarto di secolo fa (marzo 1996) per ritrovare Deborah Compagnoni, Sabina Panzanini e Isolde Kostner, prima, seconda e terza nel gigante di Narvik.

Nulla avviene per caso. Lo strapotere delle italiane è ormai acclarato. Oltre al primo posto nella classifica per nazioni, la contabilità stagionale annovera sei vittorie e 17 podi, con quattro atlete salite sul gradino più alto e sei sul podio. Ma c’è di più, prima di questa tripletta erano arrivate ben tre doppiette. Insomma, Italia davanti a tutte, non solo con le fuoriclasse, ma pure con le seconde leve.

Il sabato del villaggio bulgaro manda in paradiso Elena Curtoni, al primo trionfo della carriera. La 28enne di Cosio Valtellino, già tre podi in Coppa ma mai salita sul gradino più alto prima di ieri, scia con leggerezza nelle curve del tracciato, sfruttando al meglio il pettorale alto e battendo nel tratto finale la connazionale Bassino, staccata sì di dieci centesimi, ma a sua volta capace del primo podio di sempre in discesa.

«Sapevo di avere nelle gambe un risultato importante, mi sento in forma e sto bene sugli sci, l’ho dimostrato in pista, si trattava solo di liberare la testa e scaricare i cavalli per spingere in tutte le curve. Anche se devo dire la verità, mi sentivo lunghissima in tutte le parti e credevo di perdere tanta velocità, così ho cercato di stringere il più possibile e attaccare» ha sottolineato la Curtoni, che con il suo successo ha regalato la novantesima vittoria all’Italia nello sci alpino in coppa del mondo.

A completare la fotografia pensa la Fede nazionale, una Brignone continua come non mai, che entra per la terza volta in una tripletta azzurra, annerendo tutte e tre le caselle del podio. Rispetto a venerdì stavolta la ventinovenne di La Salle riesce a mettersi alle spalle sua Maestà Mikaela Shiffrin, trionfatrice nella prima, ma arresasi allo strapotere azzurro nella replica.

Brignone rischia due volte di stendersi sulla neve, ma è più forte della forza di gravità, riuscendo a stare in piedi e ad acciuffare la terza piazza a soli 14 centesimi dalla Curtoni, consolidando la seconda posizione nella classifica generale. Ci sono appena tre metri a separare le azzurre, ma le battute non sono rammaricate: quando sul podio sventola un’unica bandiera è festa per tutte.

Da dove deriva questo momento d’oro? Le radici affondano nella scelta fatta più di un decennio fa di far seguire a Brignone e coetanee programmi speciali dedicati sin da giovanissime. Il talento è stato costruito lì, per poi essere solidificato nella costituzione del gruppo élite affidato a Gianluca Rulfi. Le azzurre si allenano tutte insieme, puntando verso la polivalenza: ogni atleta ha almeno tre specialità d’elezione. A chiudere il cerchio hanno pensato i guizzi di Goggia e Brignone. I successi individuali della bergamasca e della valdostana hanno rinvigorito il resto della truppa, che ha seguito le orme delle fuoriclasse e raggiunto l’apice. In assenza di una Goggia brillante, tocca a Federica Brignone ricoprire il ruolo di capitana, in un team capace di lanciare pure volti nuovi in cerca d’autore.

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