martedì 28 maggio 2013
Il cantante, spentosi in una clinica romana, aveva 72 anni Ha interpretato il rock and roll in chiave italiana Tra i suoi successi «Riderà» e «La spada nel cuore».
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Era la più famosa incarnazione italiana di Elvis assieme a Bobby Solo. L’uomo di «Cuore matto», «La spada nel cuore», «Bada bambina». Dopo cinquantacinque anni di concerti e di hit-parade solo per l’anagrafe era rimasto Antonio Ciacci, tutto il resto del mondo lo chiamava Little Tony. Ed è con la voglia d’America delle sue canzoni più popolari e amate che l’interprete di «Riderà», classe 1941, si è spento ieri sera a Roma dopo una lunga malattia. Lo chiamavano il sanmarinese di Tivoli, perché nonostante la sua famiglia venisse dalle pendici del Titano Little Tony era nato e cresciuto a due passi da Roma. I suoi primi passi da rocker li aveva mossi nei ristoranti dei Castelli Romani, anche se era stata un’esibizione al Teatro Smeraldo di Milano a cambiargli la vita con l’invito dell’impresario inglese Jack Good, seduto in sala, a seguirlo oltre Manica assieme ai fratelli. Little Tony and His Brothers, una delle tante formazioni messesi in luce nella Londra pre-Beatles, erano nati così, da quell’humus sparso sulle due rive dell’Atlantico dal Re del Rock, da Chuck Berry e da quel Little Richard che gli aveva ispirato il nome d’arte. Anche se un colpo decisivo alle sue fortune Antonio l’aveva dato una volta rientrato in Italia, cantando a Sanremo «24 Mila baci» in coppia con Adriano Celentano; un secondo posto al Festival e un successo di vendite bissato poi, di lì a qualche tempo, da una hit altrettanto fortunata quale «Il ragazzo col ciuffo». Così così l’avventura del Cantagiro ’62 con «So che mi ami ancora», meglio quella dell’edizione ’63 con «Se insieme ad un altro ti vedrò» scritta dal fratello Enrico Ciacci. Più o meno dello stesso periodo il debutto sul grande schermo con quei "musicarelli" in cui recitano pure Morandi, Mina, Renis, la Pavone e tanti altri ancora. Un posto in semifinale nel ’65 ad «Un disco per l’estate» con «Viene la notte» di Gianni Meccia è solo il prologo dell’esplosione di «Riderà», un milione di copie vendute, al Cantagiro dell’anno seguente. Un colpo seguito di lì a sei mesi dal trionfo sanremese di «Cuore matto», scritta da Totò Savio ed eseguita assieme ai Los Cantinos, che agguanta il primo posto e rimane nei piani alti delle classifiche per dodici settimane consegnandogli le chiavi del grande successo internazionale. Tra gli altri successi di Little Tony, «La spada nel cuore», in coppia con Patty Pravo (Sanremo 1970), e «Profumo di mare» (del 1982, sigla della serie tv «Love boat»). Negli anni ’80, con Bobby Solo e Rosanna Fratello, dà vita al gruppo «I Robot». Nel 2004 ha collaborato con Gabry Ponte, attuale giudice di «Amici» 2013 alla realizzazione del brano «Figli di Pitagora». Nel 2008 torna al Festival di Sanremo per festeggiare 50 anni di carriera con un brano da titolo simbolico «Non finisce qui». Little Tony era stato colpito da un infarto nel 2006 durante un concerto a Ottawa. Ma a tradirlo, alla fine, in una clinica romana, è stato un tumore.
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