martedì 4 giugno 2019
Premio alla carriera alla 90enne regista, prima cineasta italiana a ottenere tre nomination nel 1977 per “Pasqualino Settebellezze”. «Gli americani grazie a Dio mi hanno sempre amata»
La regista Lina Wertmuller

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Oscar alla carriera a Lina Wertmüller. Lo ha deciso il board dell’Academy of Motion Picture Arts. Lina Wertmüller, in passato prima donna candidata all’Oscar come regista nel 1976 per il film Pasqualino Settebellezze e nel 1972 prima donna in concorso a Cannes, con Mimì metallurgico, riceverà la statuetta onoraria insieme con David Lynch, Wes Studi e Geena Davis. «Sono molto grata per la decisione di assegnarmi questo premio che non mi aspettavo affatto e che per questo è tanto più gradito – commenta la regista e sceneggiatrice –. Certo gli americani, grazie a Dio, mi hanno sempre voluto bene». «Un Oscar alla carriera non ci starebbe male» era stato il desiderio della figlia Maria, espresso a Cannes solo pochi giorni fa. Detto, fatto. L’opera della Wertmüller (nata a Roma il 14 agosto 1928), i suoi film di rottura negli anni ’70 sono da sempre molto amati anche all’estero e sono tante le rassegne nel mondo a lei dedicate e, dopo quella di marzo a Londra, una imminente è prevista a Manchester quest’estate. Tra le tante opere – dal Giornalino di Gian Burrasca nella tv di metà anni ’60 con Rita Pavone nei panni del personaggio di Vamba agli oltre venti film, da Storia d’amore e d’anarchia a Ninfa Plebea passando per Travolti da un insolito destino a Sabato, domenica e lunedì con Sofia Loren – Pasqualino Settebellezze resta il film più famoso e con esso il sodalizio con Giancarlo Giannini che per la Wertmüller ha una vera e propria venerazione oltre che rispetto.

«Contento? Felicissimo! L’Oscar a Lina Wertmüller è strameritato» dice a caldo il grande attore. «Una carriera come la sua merita il massimo riconoscimento del mondo del cinema » aggiunge Giannini che spera di «accompagnarla il 27 ottobre» alla festa per i premiati. Che saranno, come detto, anche David Lynch, l’attore di origini cherokee Wes Studi e Geena Davis a cui sarà assegnato il Premio Umanitario Jean Hersholt, anch’esso una statuetta dell’Oscar, riconoscimento dato a chi ha portato lustro all’industria cinematografica attraverso il suo impegno umanitario. L’attrice di Thelma e Louise lo fa da anni attraverso il Geena Davis Institute of Gender in Media, un’organizzazione senza scopo di lucro impegnata nell’educare e influenzare i creatori di contenuti cinematografici e televisivi per eliminare i pregiudizi di genere. Tornando a Lina Wertmüller, il ricordo di Giannini: «Ci siamo visti a Cannes pochi giorni fa per il restauro di Pasqualino Settebellezze, il film che ebbe quattro candidature all’Oscar (tra cui quella come miglior regista, prima volta in assoluto, come detto, nella storia dell’Academy per una donna), era felice e io per lei. Oggi ancora di più». Con la Wertmüller, «il sodalizio di una vita, nove film insieme. È stata quella che mi ha costruito, non avrei fatto la carriera che ho fatto senza di lei, la adoro, è la verità, la apprezzo per il suo talento, il suo carattere e la sua professionalità. È stata aiuto di Fellini, parla con gli attori come nessuno, è un’artista completa». «Entusiasmo» anche da parte dell’Anica. «Una donna che ha rinnovato il cinema nella sua lunga, creativa e coraggiosa carriera – dice il presidente dell’Anica Francesco Rutelli –. Un’altra dimostrazione per tutte le donne, che possono riuscire nei loro sogni più difficili». «Lina Wertmüller è una donna che ha fatto la storia del cinema. Sono felice per il riconoscimento alla carriera» ha detto il ministro per i Beni culturali, Alberto Bonisoli in un tweet.

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