lunedì 11 settembre 2023
Il calciatore, risultato positivo a un test antidoping dopo Udinese-Juve, rischia 4 anni di squalifica: carriera a rischio. E intanto Exor smentisce le voci di vendita del club bianconero
Il centrocampista francese della Juventus, Paul Pogba, 30 anni

Il centrocampista francese della Juventus, Paul Pogba, 30 anni - ANSA

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Sono giorni tormentati in casa Juventus. Se da un lato rimbalzano le voci di una possibile vendita del club, dall'altro arriva come fulmine a ciel sereno una nuova tegola: Paul Pogba che sembrava aver finalmente superato i problemi fisici è risultato positivo al doping ed è stato sospeso in via cautelare dal Tribunale nazionale antidoping. Proprio nel giorno in cui aveva rivelato ai microfoni di Al Jazeera tutta la sua voglia di tornare finalmente in pista dopo avere meditato addirittura il ritiro. «Il denaro cambia le persone e può distruggere una famiglia, può creare una guerra: a volte, quand’ero da solo, pensavo “Non voglio più avere soldi, non voglio più giocare a calcio” - le parole del Polpo - e adesso voglio far rimangiare le parole dei critici: voglio dimostrare che non sono debole, io non mi arrenderò mai».

Parole e dichiarazioni che sembrano già vecchie di mesi: «Sono state rilevate tracce di testosterone nei controlli cui è stato sottoposto» la notizia che ha sconvolto il mondo della Juventus e, più in generale, di tutto il calcio. Gli esami finiti nel mirino delle indagini sono quelli del post-gara della prima giornata di campionato, a Udine contro i friulani, con il francese che non mise piede in campo alla Dacia Arena. Poi, però, ha preso parte alle sfide contro Bologna ed Empoli, tra l’altro con un gol annullato in Toscana contro gli azzurri di Paolo Zanetti. Ora si cercherà di far luce sulla nuova, triste vicenda che riguarda Pogba e che, inevitabilmente, avrà ripercussioni importanti sulla sua carriera. In casi come questi, infatti, c’è il concreto rischio di uno stop da due a quattro anni, se le controanalisi confermeranno la presenza di testosterone, poiché non si tratta di una sostanza prescritta dai medici. Considerando che il francese il prossimo 15 marzo spegnerà 31 candeline, è inevitabile fare delle riflessioni sul suo futuro.

Intanto "le ipotesi ventilate da un quotidiano sulla cessione della Juventus sono destituite di ogni fondamento”: lo precisa un portavoce di Exor, la holding della famiglia Agnelli che controlla la società bianconera. A stretto giro di posta, dunque, arriva una smentita ufficiale sull’indiscrezione de Il Giornale in merito alla possibile vendita della Juve per una cifra di 1,5 miliardi di euro. Exor dunque stoppa sul nascere le voci di una possibile cessione del club bianconero che a dire il vero rimbalzano da qualche tempo, da quando Andrea Agnelli si era dimesso da presidente in seguito alle vicende dell’inchiesta plusvalenze. Le perdite per 240 milioni con ricavi inferiori ai 600 milioni, oltretutto con una stagione lontano dalle coppe europee, avevano già spinto gli uomini mercato della Juve a ridimensionare i costi con tante cessioni e pochi acquisti.


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