venerdì 15 luglio 2022
Sono passati trent’anni dall’inaugurazione del primo parco a tema Disney in Europa. Nonostante le trasformazioni, anche sociali, la magia e la passione non sembrano scalfite
Una parata a Disneyland Parigi

Una parata a Disneyland Parigi - Alessio Vissani

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«Se puoi sognarlo puoi farlo ». Mai parole più profetiche, quelle del grande Walt Disney, il creatore della fantasia che muove la magia delle fiabe moderne, possono avvicinarsi al progetto del parco di Disneyland Paris. Sono passati esattamente trent’anni dall’inaugurazione del primo parco a tema Disney in Europa e la magia e la passione, per tutti coloro che camminano lungo i vari mondi magici di Disneyland non si sono scalfite minimamente. Come le grandi storie che piacevano al creatore di Topolino, anche Disneyland Paris in questi trent’anni ha subito dei periodi più o meno facili, se rapportiamo poi l’ultimissimo momento della pandemia. Una vera e propria festa di compleanno non c’è stata, in segno di rispetto per le vittime di guerra che stanno martoriando l’Europa orientale, tuttavia di novità apportate per questo 2022 ce ne sono state e anche di sostanziose.

Ma qual è la magia che muove questo particolare parco? Senza dubbio l’amore per i classici Disney e tutto quel mondo che racchiude il marchio ormai più famoso al mondo è il volano fondamentale del cuore di Disneyland. È un’esperienza che può vivere chiunque? Assolutamente sì, ma solo chi è innamorato di quel mondo, chi è cresciuto con le videocassette e le prime visioni al cinema, chi a Natale si ritrova ad aspettare fiducioso la messa in onda di uno dei grandi classici, e che nei momenti di noia si ritrova a canticchiare le canzoni degli stessi cartoni possono realmente comprendere il progetto e apprezzare in modo totale questo luogo. Sì, perché ci sono parchi dove l’adrenalina e le attrazioni sono il fulcro e poi c’è Disneyland, dove anche il più razionale e pragmatico può ritrovare la propria Isola che non c’è e immergersi nel «luogo più felice sulla Terra» (almeno secondo le ambizioni dello stesso Walt Disney) togliendosi di dosso anche solo per un giorno tutti i freni del mondo adulto.

Questo significa che quando si varcano i cancelli si entra in un mood inspiegabile dove in ogni angolo del parco è possibile trovare il proprio io bambino, dove non c’è vergogna a ballare in mezzo alla strada con le musiche di Biancaneve o Cenerentola e commuoversi all’arrivo della parata di tutti i personaggi più amati: è semplicemente la magia di questo luogo che va al di là di ogni fila, biglietto d’ingresso o fatica. Disneyland Paris aprì le sue porte il 12 aprile del 1992, per poi diventare la prima destinazione turistica europea, con più di 16 milioni di visitatori ogni anno. Da quell’anno la Disney non è più soltanto rappresentata dalla classica icona di Topolino e dalle sue fiabe, ma si è ampliata costantemente con l’acquisizione dei marchi Star Wars e Marvel (oltre al distaccamento Pixar) che hanno via via modificato anche le sorti del parco, donando una nuova linfa negli anni bui di crisi dove l’interesse stava iniziando a calare.

L’area di Disneyland Paris, con una superficie di 2.230 ettari, se fosse un giardino sarebbe il più grande d’Europa, con oltre 35.000 alberi, 450.000 arbusti e più di 1 milione di fiori piantati ogni anno, ha nel proprio interno due grandi parchi: appunto il già citato Disneyland Park e Walt Disney Studios. Questi due luoghi offrono un totale di 59 attrazioni, 7 hotel, 2 convention center, 59 ristoranti, 10 bar e circa 60 boutique che hanno contribuito complessivamente, dal 1992 fino al 2019, per il 6% dell’intera quota del mercato turistico francese permettendo un giro d’affari stimato in quasi 85 miliardi di euro. I dati post-pandemia sono ancora in fase di analisi, soprattutto considerando che il 2022 è il primo anno dove il parco ha riaperto i battenti senza particolari blocchi, quindi per avere un nuovo dato si dovrà aspettare fine anno

Per quanto riguarda l’indotto lavorativo anche qui la scommessa è stata più che vinta poiché oltre ai dipendenti diretti, Disneyland ha creato, sempre secondo una stima del 2019, circa 63 mila posti di lavoro. E i turisti? Nonostante un primo impatto quasi scettico da parte dei parigini e francesi, proprio il 44% dei visitatori totali provengono dalla nazione transalpina, con i vicini britannici al secondo posto, aiutati anche da una comunicazione diretta tra tunnel della Manica ed Eurostar e TGV.

Il giorno del compleanno del parco, come abbiamo scritto, è stato il 12 aprile, ma considerando le situazioni incresciose di guerra non si è deciso di realizzare una vera festa, ecco perché il trentennale è possibile viverlo durante tutto il 2022 con la novità dei Giardini Meraviglia: 30 statue di personaggi Disney come non le avete mai viste prima, un’interpretazione artistica dei simboli più amati, con un omaggio ai mondi di Salvador Dalì.

Inoltre il tradizionale corteo dei personaggi, che attraversano la strada principale, è stato totalmente rinnovato per coinvolgere ancor di più il pubblico. Oltre al ritorno di vari spettacoli teatrali e musicall, e l’apertura dell’Avengers Campus nell’estate del 2022, la novità più interessante è il Disney D-Light, una combinazione di videoproiezioni, getti d’acqua luminosi, effetti di luce e, soprattutto, una coreografia di droni che va a chiudere ogni notte il parco. Tutto questo contribuisce al grande sogno di Walt, immergersi nelle atmosfere, nelle scenografie, cambiare i propri umori se ci si trova nel mondo western, piuttosto che a passeggiare lungo il labirinto di Alice, godere dei dettagli nascosti in ogni singolo centimetro di parco e per quanto difficile, far emergere quel bambino nascosto all’interno di ognuno di noi rievocando le parole del suo creatore «ricorda sempre che questa intera avventura è partita da un topolino».

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