giovedì 17 aprile 2025
Salvemini, Croce, Gentile, Rosenzweig, Benjamin... un'intera generazione di intellettuali fu chiamata a una lacerante responsabilità di scelte
La copertina di "Gutenberg" n. 26, 18 aprile 2025

La copertina di "Gutenberg" n. 26, 18 aprile 2025 - -

COMMENTA E CONDIVIDI

La tragica macina della storia che nella prima metà del Novecento stritolò l’Europa non risparmiò gli intellettuali. Né poteva essere diversamente. L’ascesa, il trionfo e infine il collasso dei totalitarismi travolse anche le categorie del pensiero e dell’arte, incalzate dall’incedere serrato degli avvenimenti e dalla marea montante della violenza che parve mettere tra parentesi il valore stesso della vita umana. Il bene e il male sembrarono sovvertiti, le appartenenze politiche e ideali vennero rimescolate, i progetti di vita repentinamente stravolti dalla violenza, anche quella delle leggi. Se a posteriori ci sembra facile riconoscere la parte giusta e quella sbagliata, nel calore della storia in cammino accelerato tutto era più intricato, difficile da mettere a fuoco. Ne risultarono atteggiamenti e scelte ondivaghi, a volte incoerenti, e sulle quali sempre resta difficile emanare giudizi non viziati dal troppo facile senno del poi. Benedetto Croce, riconosciuto come una delle più alte personalità dell’antifascismo, da senatore del Regno votò a favore della fiducia al primo governo Mussolini; Giovanni Gentile, il “filosofo fascista”, chiamò a collaborare all’Enciclopedia italiana ebrei e antifascisti. Gaetano Salvemini fu socialista prima e interventista poi: come Mussolini, anche se fin dagli esordi del fascismo ne fu strenuo oppositore – ma inizialmente sottovalutandolo. Sarebbe ingiusto, oltre che sterile, pretendere di definire giudizi netti su personalità che furono loro malgrado travagliate da un orizzonte storico nel quale si trovarono immersi, e che offuscava gran parte delle possibilità di comprensione: ancora oggi, a ottant’anni di distanza dall’apocalittico epilogo della Seconda guerra mondiale, facciamo fatica a immedesimarci davvero nella lacerante responsabilità delle scelte alle quali i nostri padri furono chiamati. Possiamo, almeno, tentare di riconoscere lo sforzo di elaborazione intellettuale di alcuni dei più profondi di loro, studiare e analizzare le loro opere, ma senza pretendere di emettere giudizi senza appello.

La copertina di 'Gutenberg' n. 26, 18 aprile 2025

La copertina di "Gutenberg" n. 26, 18 aprile 2025 - -

"Gutenberg", l'inserto culturale di "Avvenire", venerdì 18 aprile si apre con la riflessione di Roberto Righetto sul destino dei popoli e degli individui in Germania: da Rosenzweig a Benjamin, l’intreccio fra il senso del singolo uomo e quello delle civiltà segnò il pensiero tra le due guerre, così come lo ricostruisce nel suo nuovo saggio Stefano Poggi. Approfondimento quindi sulla figura di Gaetano Salvemini, "il grande sconfitto": Elisa e Marco Roncalli ripercorrono questa figura di oppositore di Giolitti prima e di Mussolini poi, anticomunista e anticattolico, che nella Grande Guerra fu però interventista. E le sue lucide diagnosi sull’Italia non portarono mai a una cura efficace. La sua vita fu anche segnata dal terremoto di Messina del 1908, dove lo storico perse la moglie, i cinque figli e la sorella: "Gutenberg" propone una sua lettera inedita scritta pochi giorni dopo la tragedia. E quindi le due figure chiave del confronto intellettuale italiano, unite nell'ispirazione filosofica hegeliana e contrapposti nelle scelte politiche. Di Benedetto Croce escono la nuova edizione critica dello studio dedicato a Goethe, dove in polemica con Mann distingueva una Germania buona da una cattiva, e gli scritti autobiografici nei quali teorizzava una scrittura del sé che prescinde dal sé, eppure al tempo stesso rigettando «i concetti filosofici distaccati dai fatti» della vita. Ne scrivono, rispettivamente, Marino Freschi e Giuseppe Cantarano, mentre Giuseppe Bonvegna presenta il pensiero di Giovanni Gentile nella lettura di Gustavo Bontadini: il tentativo di superare la separazione tra pensiero e realtà finiva per ricrearla, secondo il filosofo cattolico del quale l'editore Morcelliana propone il saggio Gentile e la metafisica.

La ricca sezione "Percorsi" si apre con la recensione di Alessandro Beltrami alla mostra della Fondazione Prada di Milano che presenta il lavoro di Thierry De Cordier NADA, dove la cancellazione della croce non mette in crisi l’immagine sacra ma finisce per rivelarne la verità; "Gutenberg" si muove quindi tra i monti del Caucaso, fucina letteraria raccontata da Massimo Onofri e Gianni Santamaria, tra le suggestioni del Giappone, raccontato da Lorenzo Canova attraverso la mostra sugli Shinhanga a Roma e da Paolo Lagazzi attraverso gli haiku di Bashō, e approda infine alle nuove frontiere della poesia contemporanea.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: