Discussioni sui social network: intorno al velo un caso virtuoso

December 5, 2017
Preoccupato dai modi più chiassosi diffusi in Rete, come affermare senza argomentare, offendere, coltivare pregiudizi, mi sorprendo piacevolmente quando un suo nodo mostra che è possibile comportarsi in controtendenza, a maggior ragione su temi massimamente divisivi come quelli che toccano l'incontro tra religioni e culture diverse. Mi godo perciò un post pubblicato da Ignazio De Francesco sul proprio profilo Facebook ( tinyurl.com/y7xayesb ) il cui incipit suona: «Riflettendo sul velo».
Dell'autore il web racconta che è un monaco della Piccola Famiglia dell'Annunziata e che ha studiato molto e bene il Corano, il pensiero islamico (in particolare le sue fonti ascetiche) e la cultura araba, pubblicando diversi saggi (più l'atipico "Leila della tempesta", di cui Avvenire si è ripetutamente occupato) e coordinando progetti di dialogo interreligioso. Quando sta su Facebook non tradisce sé stesso: così questo suo post sul velo, che è pubblico, non punta sulla fotografia, che pure c'è ed è bella; impegna quasi 3mila caratteri (una volta e mezzo l'articolo che sto scrivendo); cita sure e termini della lingua araba (con doppia grafia) nonché statistiche digitali; propone una lettura del precetto complessa: dalle fonti coraniche, alla funzione identitaria, alle ragioni giuridiche.
Ma la prospettiva che mostra interroga lui e chi legge ben al di là della speculazione intellettuale e anche del solo confronto tra religioni e culture: «Anche per l'abito, come per tante altre cose, noi uomini trasferiamo volentieri sulle donne i nostri problemi», suona l'affermazione più diretta dell'intero scritto. Il tutto gli fa guadagnare reazioni e condivisioni in numero molto superiore alla media del suo profilo, considerando anche il numero di 1.500 "amici", e soprattutto innesca una lunga conversazione a più voci dove anche i dissenzienti, educati ma fermi, trovano spazio e pacate repliche. Perché, come dice, a lui «non interessa fare apologia per qualcuno o contro qualcuno, ma "soltanto capire».

© RIPRODUZIONE RISERVATA