La vecchiaia è vita?
In una società dove si fa di tutto per continuare ad apparire giovani, come si può riconoscere un valore alla vecchiaia? È soltanto la conclusione della vita dopo la quale non viene più nulla, oppure ha un senso proprio, persino un senso buono e profondo? Illuminanti le parole di Romano Guardini, che al tema dedica alcune pagine nel suo libro “Le età della vita”. «Anche la vecchiaia è vita, essa non indica soltanto l’esaurirsi di una sorgente dalla quale non sgorga più nulla, né l’affievolirsi di una vitalità che in precedenza era forte e tesa, bensì essa stessa è vita con una propria configurazione e con un proprio valore. Certamente la vecchiaia significa avvicinamento alla morte, ma anche la morte è pur sempre vita. La morte non è soltanto un terminare e uno scomparire, bensì porta in sé un senso. La morte non è un azzeramento della vita, bensì è il valore conclusivo della vita, qualcosa che la nostra epoca ha dimenticato. (…) L’uomo che invecchia si avvicina non alla fine, ma all’eterno. Ci vuole uno sguardo sulla totalità della vita». Ora che sto abitando la vecchiaia, sorrido vedendo chi si affanna a nascondere una condizione incancellabile e ringrazio di avere conosciuto ciò che dà senso alla vita. A tutta la vita. © riproduzione riservata
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