Il patriarca
Per gli amici era Cecco, ma dopo l’elezione di Bergoglio aveva chiesto di essere chiamato con il nome del Papa di cui si sentiva figlio spirituale: Francesco. E di quel Papa incarnava una frase tante volte ripetuta: chi non vive per servire, non serve per vivere. La sua esistenza è stata un fiume in piena, straripante di amore, ci vorrebbero pagine per raccontare opere e gesti che l’hanno visto protagonista. Sempre servitore, mai in prima fila, come si conviene a chi fa della carità uno stile di vita. Al funerale la grande chiesa di San Gregorio a Milano non è riuscita a contenere la folla di amici venuti per pregare e fare memoria di un’esistenza tanto grande quanto vissuta nel nascondimento. «Alla bella vita hai preferito una vita bella», ha detto il celebrante, fissando in poche parole il senso di un’esistenza. È stato il funerale di un patriarca - nonno, padre, marito, volontario, musicista e molto altro - che ha percorso e indicato la via per tante persone, che ha ridestato la speranza nei tempi bui che viviamo. Quando la Sla lo ha aggredito, azzerando quasi completamente le sue energie fisiche, non ha smesso di testimoniare che l’esistenza è un dono che va ridonato. A-Dio, Cecco Francesco, seminatore di bene. © riproduzione riservata
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