Fiaccole da accendere
Dopo trent’anni di lavoro, Annamaria aveva gettato la spugna. Sempre più difficile gestire i ragazzi dell’istituto professionale dove insegnava: vite inquiete e ferite, terremotate da quello che vedevano e facevano in famiglia e nei quartieri difficili di Napoli. Gli anni di servizio maturati erano sufficienti per andare in pensione, e lei l’aveva fatto. Un po’ a malincuore, pensando a quante storie aveva incontrato e nelle quali si era coinvolta, perché “come fai a restare indifferente?” Un giorno, dopo un anno di pensione, legge sul giornale di un’associazione che cerca volontari per aiutare i ragazzi che vanno male a scuola. È come se il passato si fosse presentato per bussare alla sua porta. E lei aveva deciso di aprire la porta. Da due anni è diventata volontaria nella sede napoletana di Portofranco, una rete di 63 centri di aiuto allo studio presente in tutte le regioni d’Italia. In cuor suo si sente ancora desiderosa di mettersi in gioco e di fare sua la frase che guida i volontari di Portofranco: “Gli studenti non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere”. Tre volte alla settimana Annamaria insegna matematica in un rapporto “uno a uno” con tanti ragazzi pericolanti. Li aiuta a ripartire e anche lei è ripartita, perché “come fai a restare indifferente”? © riproduzione riservata
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