giovedì 19 luglio 2012
«Ismaele è una mente immaginativa, che tiene a distinguersi dalla comune folla 'inimmaginativa', e oltretutto immerso in un ambiente di pensiero fortemente immaginoso, che i marinai condividono con i selvaggi, con i fanciulli, con i poeti. Ismaele, in altri termini, è nella condizione adatta per essere un lettore ideale». Queste considerazioni di Ettore Canepa, autore di uno dei libri secondo me più intelligenti degli ultimi vent'anni,>Per l'alto mare aperto, uscito per la precisione nel 1991, hanno un valore relativo all'argomento specifico del libro (Ismaele è il marinaio-narratore in Moby Dick, il capolavoro di Herman Melville), ma, come tutto il saggio di Canepa, illuminano sulla dimensione avventurosa dell'uomo. Che per Canepa è sinonimo di metafisica. Avventurarsi significa muoversi verso l'ignoto, agire secondo unimpulso di ricerca metafisica. Possibile all'uomo dotato di immaginazione. Per questo il mondo di Ismaele, (un simbolo, per noi, di azione e sapienza, marinaio e narratore) è simile a quello dei bambini, dei selvaggi, dei poeti. Di chi non ha perso la curiosità e la capacità di stupore. Il lettore ideale nonè il professorone erudito, non è Balanzone. Il lettore ideale è colui che sa auscultare la realtà del mondo. Perché, essendo immaginativo, sente che scoprirà sempre qualcosa.
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