domenica 22 maggio 2022
Non si può parlare di cose così piccole in giorni come questi. Con quelle immagini negli occhi. Una mattina i carri armati sotto casa e padri, figli, catturati e uccisi, per niente. (Non ci ricordavamo, di potere essere così cattivi). Non si dovrebbe parlare di cose tanto piccole. Ma stamattina all'alba ho sentito un pigolio. Lei due mesi fa era abbandonata, minuta come un cucciolo. Me l'ero portata a casa. Ma, sorpresa, era incinta. Oddio, mi sono detta, eppure presa da una strana allegria. E stamattina, col sole di maggio. Lei sa. Lei sa che deve fare. Lecca due cuccioli ruvidamente. Bagnati come pulcini, già cercano le mammelle. Poi, gli altri due. E io rivedo una bambina che contemplava con meraviglia, accucciata a terra, una mamma gatta in un fienile. Dieci anni dopo, una ginnasiale durante le assemblee se ne stava in un sottoscala del liceo, immobile, a guardare una cucciolata con la madre. La sua maternità mi sembrava bellissima. Devo qualcosa, alla gatta del Parini. Non si dovrebbe parlare di cose tanto minime. Eppure Dio replica a Giobbe, dall'alto: «Vai tu a caccia di preda per la leonessa / e sazi la fame dei leoncini, / quando sono accovacciati nelle tane/ o stanno in agguato fra le macchie? / Chi prepara al corvo il suo pasto, / quando i suoi nati gridano verso Dio...?». Loro sanno. Qualcuno ha loro insegnato. Piccola vita fedele, in una mattina di maggio.
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