giovedì 14 settembre 2006
Sii un perseguitato, ma non un persecutore. Sii un crocifisso, ma non un crocifissore. Sii un oltraggiato, ma non un offensore. Sii un calunniato, ma non un calunniatore. Come non può essere fermata una fonte ricca di acqua con un pugno di polvere, così non può essere vinta la misericordia del Creatore dal male delle creature. Rimase vescovo di Ninive, la celebre capitale assira (ora aggregata alla città di Mosul in Irak), per soli cinque mesi, Ma il suo animo anelava alla pace silenziosa dell'eremo. E così Isacco di Ninive (VII sec.) si ritirò nella solitudine del deserto persiano. Abbiamo attinto ai suoi scritti in lingua siriaca per illuminare questa giornata dedicata dalla liturgia alla croce di Cristo. Le sue sono parole intense e purtroppo smentite dalle scelte più comuni delle persone e della società. Si preferisce, infatti, prevaricare sugli altri, anticiparne le mosse per prevalere, scagliare la freccia della calunnia prima ancora che l'altro apra bocca. La figura isaiana del Servo del Signore che «maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca, come agnello condotto al macello» (53, 7) è ben lontana da una concezione che vede l'attacco preventivo come modello di ogni relazione. Ma nei versi di Efrem siro è suggestiva anche un'altra idea. Il male del mondo non è né maggiore né più forte rispetto alla misericordia di Dio. L'immagine è incisiva: quando hai di fronte una sorgente vivace e gorgogliante, un pugno di polvere la può offuscare per un istante ma non riesce né a bloccarla né a corromperla. Continuava s. Efrem: «Come un pugno di sabbia che cade nel grande oceano, così sono i peccati degli uomini di carne in confronto all'amore di Dio».
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