Un nudo atto di dolore e di fede: una testimonianza pasquale
mercoledì 16 marzo 2022
Su "Breviarium", il blog curato da Giovanni Marcotullio, la bella firma di Lucia Scozzoli, collaboratrice abituale, non era più comparsa dal 2020. Due post in tutto, in quell'anno, in piena estate, uno dei quali annunciava e spiegava quale «spina» le tormentasse il fianco e ne incrinasse il desiderio di comunicare: «Mio marito è malato». Domenica scorsa è tornata a pubblicare ( bit.ly/3JeLajN ): «È giunto al termine l'erto sentiero della malattia di mio marito», scrive in apertura. Come mi capita ogni volta che mi imbatto in Rete in un nudo atto di dolore e di fede, credo che condividerlo abbia più valore che nasconderlo. Del resto l'autrice scrive con tale pudore da azzerare ogni rischio di spettacolarizzazione. Così, non trovo parola in questo testo che non valga la pena di essere letta e custodita, mentre credo che a chi ha percorso un simile sentiero farà bene vedere i propri passi riflessi in quelli di Lucia Scozzoli. Il tratto finale della malattia come uno scapicollarsi giù per un burrone, aggrappandosi a tutto, «ma tutto è venuto giù». L'agonia davanti alla quale ci si rende conto, dolorosamente, che «si passa di là da soli, pure se abbiamo una folla intorno»; i dubbi sul sollievo che si vorrebbe dare all'ultima sofferenza. «Poi il respiro si ferma, così, qualche secondo di troppo per poter ripartire», lasciando in chi rimane la consapevolezza che «il tempo è finito» e il bisogno di «conservare» tutto. Una testimonianza che sento come pasquale: «Ci si trova bloccati davanti a un mistero profondo, duro, impenetrabile, ma non estraneo a noi: da quel corpo che non ha più vita sorge un'onda che ci trafigge, ci spezza, ci cambia. Quello che prima era fuori di noi, rinasce dentro, conficcato nella carne. Senza effetti speciali, senza un momento preciso, senza niente da poter raccontare. Solo va così. Perché la vita vive, punto. E non si tratta di sentimenti, ma di materia. Anche se non vuoi, anche se non ci credi, anche se non lo sai, la vita è eterna».
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