domenica 11 luglio 2021
José Tolentino Mendonça, teologo e poeta, cardinale e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, firma che i lettori di “Avvenire” ben conoscono, ha scritto anni fa un libro dal titolo eloquente: Mistica dell'istante (Vita e Pensiero). La sua tesi, dobbiamo maturare uno sguardo mistico sul quotidiano, per vedere con gli occhi dell'anima le piccole epifanie dell'Infinito che si mescolano allo scorrere del tempo.
Ma quali sono queste piccole epifanie dell'Infinito? In Hannah Coulter (Lindau), romanzo di Wendell Berry, troviamo una piccola lista di quelle cose che danno bellezza al nostro vivere personale, luminosi squarci di Infinito dentro il tempo: «Nonostante tutto, il conforto in qualche modo si trasmette: una breve frase che conserverai nel tuo cuore per sempre, un biglietto nella buca delle lettere, uno sguardo, il tocco di una mano, una pacca sulla spalla, un abbraccio, una sorta di attesa comune, di sostegno fino all'ultimo». Chiediamocelo veramente se non è poi vero che in uno di questi gesti, quando l'abbiamo ricevuto o quando l'abbiamo consegnato, abbiamo visto trasparire, quasi toccandolo con mano, quell'Infinito cui tutti bramiamo. Il cristianesimo è questa cosa qui: l'Infinito che passa per il finito, Dio che si fa carne e storia, la salvezza che passa per un gesto normale.
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