martedì 30 maggio 2023
Nei pressi della chiesa di San Leopoldo, costruita da Otto Wagner all’interno dello Steinhof, il vecchio e famoso manicomio di Vienna, sotto i quattro angeli ritti in preghiera vidi un probabile malato mentale che sembrava uscito di peso da un romanzo di Thomas Bernhard. Sul fascino inquietante di questo magnifico edificio religioso si sono esercitate le menti di numerosi critici, di volta in volta illustrando la natura astratta del tempio, secondo alcuni persino testimonianza di un dubbio radicale della fede pronta a
vacillare di fronte al vuoto evocato da quei blocchi di marmo che sembrano evocare un’estrema ridotta del pensiero giunto ai limiti dell’inconoscibile: del resto, potremmo chiosare, se i convincimenti, di qualsiasi forma, fossero inossidabili e granitici, se non nascondessero dentro di sé l’angoscia del nulla da cui vogliono rifuggire, quale senso avrebbe la deliberata risoluzione dell’uomo spirituale che non esita ad assumersi la responsabilità della scelta compiuta, fino al punto di accettare la possibile irrimediabile disfatta? L’uomo che blaterava vicino alla chiesa pareva incarnare tali interrogativi. Osservandolo ebbi l’impressione che Vienna fosse una testa senza corpo, privata dell’antico impero, ma forse proprio per questo ancora capace di interpellarci. © riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI