sabato 24 ottobre 2020
Non passa giorno, non uno, che non ci visiti un tuo angelo: nella gioia che assaporiamo come un dono; nell'azzurro di certe presenze che perdura a lungo dentro di noi; nel dialogo unanime come l'accordo riuscito di una canzone; nella parola trasparente degli incontri autentici; nell'elegante dolcezza con cui la vita in tanti modi s'insinua e che poi, come il volo alto di un uccello, si trascende. Ma anche nel suo rovescio: in quel desiderio fragile che non di rado è quello che ci portiamo dentro; nel nostro passo incerto, interrotto e grigio; nei contrattempi che rendono i giorni lenti ed enigmatici; o in quelle ferite che richiedono da noi più accettazione che cura.
Non passa giorno, non uno, che non ci visiti un tuo angelo: in ciò che scende o ascende in silenzio e che dipende e non dipende soltanto da noi; in ciò che ogni istante possiede di solenne e di epifanico. Ma anche nell'imperfezione e nella sete che in certe ore pesa, e in altre invece è la nostra leva; nella vita così minuscola da parere ottusa; nel confronto con quell'evidenza che solamente nella povertà tocchiamo.
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