mercoledì 14 giugno 2023
San Diego, che appare all’improvviso dall’autostrada coi grattacieli imponenti sul mare tutto azzurro, è, allo stesso tempo, una città militare e un luogo di vacanza. Soldati e villeggianti. Nella cattedrale di San Giuseppe la cerimonia si consuma in tempi rapidi e sbrigativi. Il prete all’omelia imposta una specie di conferenza. L’ubriaco che entra in chiesa brandendo la bottiglia come se fosse un’arma impropria viene prontamente ripreso da un nero addetto al servizio d’ordine che lo spinge fuori. All’uscita rimonto in macchina e, superando la base navale, arrivo alla frontiera col Messico. Tijuana è un altro mondo: caricaturale quanto basta per distinguersi rispetto a quello yankee. Lungo l’Avenida de la Révolution tutti sembrano esclamare: noi siamo così! Guardateci. Così come? Diversi dagli americani. Quanto loro sono efficienti, noi siamo disordinati. Quanto loro sono puliti, noi siamo sporchi. Quanto loro sono perbene, noi siamo incanagliti. Ragazze indossano sottane sgargianti, ragazzi calzano stivali a punta. Mercatini, tequila, stracci e bancarelle. La messa in cattedrale è piena di famiglie accampate sui banchi. Il sacerdote al microfono sembra un profeta. Il ritorno negli Usa, attraverso la frontiera blindata, è la dimostrazione più lampante di uno scarto planetario. © riproduzione riservata
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