giovedì 17 ottobre 2019
A Ortigia, parte più antica di Siracusa, nel cuore del vecchio quartiere della Giudecca c'è una stradina stretta, la Via del Crocifisso. Yucche, palmette e rampicanti: gli abitanti sono in competizione per le piante più belle davanti a casa. Partecipano anche i bambini, la sera li vedi armeggiare con l'innaffiatoio in mano.
Il risultato è commovente: una lunga galleria verde, meravigliosamente disordinata come un boschetto spontaneo.
Fantastica l'idea lanciata da Laudato si', da Carlo Petrini, Stefano Mancuso e Domenico Pompili, vescovo di Rieti, di piantare in Italia 60 milioni di alberi contro la crisi climatica. Non solo per abbassare i livelli CO2, obiettivo importantissimo, ma anche per una mobilitazione d'amore.
Sul mio terrazzo milanese - da qualche anno è pieno di gechi che mi terrorizzano - si è insediato spontaneamente un fico che lotta per vivere e la menta infesta i sottovasi. Un'amica mi manda le foto delle sue anguriette nate da qualche seme sfuggito alla spazzatura.
Le piante fanno tutto da sole, cooperando tra loro. Ma patiscono la nostra incuria e si accorgono delle nostre attenzioni. Se ogni nuovo albero piantato muovesse il cuore di chi se ne prende cura, sarebbero 60 milioni di cuori che battono all'unisono. Che si uniscono in rete, come fanno le piante.
Una sinfonia amorosa, tra noi e con loro, con rilevanti conseguenze politiche.
Una rivoluzione, diciamo.
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