domenica 7 maggio 2017
Voglio bene a Roberto Saviano, e mi è spiaciuto che abbia stigmatizzato la scarsità di ovodonazioni in Italia. Vorrei che leggesse il libro della sociologa Laura Corradi (Nel ventre di un'altra, Castelvecchi) in cui si illustrano i possibili «effetti collaterali» delle tecnologie riproduttive sulla salute delle donne e dei bambini. Effetti documentati da studi e ricerche: studi rari, in verità, per non compromettere i profitti del colossale bio-business, tema a cui Saviano dovrebbe essere sensibile.
Per le «donatrici» – poco o nulla informate sui pericoli –: sindrome da iper-stimolazione ovarica (nausea, vomito, dolori addominali, rischio di tromboembolia); sanguinamento, infezioni, potenziale aumento del rischio di cancro a utero, ovaie, seno, endometrio, colon. Per le madri surrogate: maggior numero di cesarei – e maggiormente complicati –, rischi connessi alle gravidanze gemellari, tendenza triplicata all'ipertensione.
Per i neonati – a proposito di bambini fatti nascere più sani –: 50-70% in più di rischio di nascite pre-termine e di malformazioni congenite; aumentato pericolo di paralisi cerebrali e di alcune tipologie di tumore (Journal of Human Genetics); maggior rischio di ipertensione, disfunzioni vascolari, diabete. Oltre ai problemi psicologici per tutti. Serve una forte campagna che obblighi cliniche e agenzie al risk disclosure. Il rischio c'è e va segnalato, tutto.
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