Orfana dell' ideologia, la mitologia dello stile è la vita messa in posa
venerdì 8 aprile 2016
Prima, sfogliando un impegnativo volume su Vita, politica, contingenza (a cura di Laura Bazzicalupo e Salvo Vaccaro, Quodlibet, pagine 300, euro 24) mi imbatto in un aforisma di Theodor Adorno, che dice: «La vita è diventata l'ideologia della propria assenza». Poi mi metto a sfogliare un paio di riviste illustrate e vedo che quel pessimismo è piuttosto giustificato. Più si offrono stimolanti, eccitanti, moltiplicatori di intensità della vita, più la vita si assenta. Più si percepisce la sua assenza e più si cerca qualcosa, qualche shock, qualche scossa elettrica, qualche surrogato di emozione che per un po' faccia sentire vivi. L'intera macchina culturale è attivata e ingigantisce (estetica dovunque, finta arte, pubblicità, stimoli informatici ininterrotti) per tenere in vita quella che Adorno chiama l'ideologia dell'assenza di vita.Quell'aforisma, anche perché fuori contesto, è però più complicato di quanto sembri. Il termine ideologia, oggi che di idee ce ne sono poche, andrebbe sostituito con il termine mitologia. Ma il mito oggi più che un vero racconto, più che una storia carica di significato, si riduce quasi sempre a un'immagine, a una bellissima foto che falsifica la cosiddetta vita e la trasforma, non in un mito, ma in una madornale bugia. È la forza della pubblicità, che abita come un enorme parassita dentro i nostri mezzi di comunicazione, nella vita quotidiana e nei nostri cervelli. Il cervello dell'homo sapiens illuministico, scettico e liberaldemocratico è infestato di robaccia “piena di stile”. Esiste un'interessante rivista che vuole avere tanto stile da intitolarsi non “Stile” ma “Style”, dato che la lingua italiana è sentita ormai come esteticamente, culturalmente, socialmente inferiore all'inglese. La rivista contiene anche buoni articoli. Ma ciò che più conta sono le foto in cui l'umanità occidentale (ricca) si esibisce immancabilmente “in posa”. I pubblicitari, fotografi e modelli, sono i professionisti del “mettersi in posa”. Sono i nostri più efficienti ed efficaci ideologi e costruttori di miti. Lì dove la vita latita e si assenta, ci si mette in posa, si scatta un selfie. Poi magari si leggono articoli nei quali per tenerci in salute mentale perpetua si consiglia lo sport e il buddhismo tibetano. Sì, sanissimi e in posa, sapremo sempre meno cosa fare di una vita assente.
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