Natale, l’innocenza senza confini dei bambini di McCurry
venerdì 24 dicembre 2021

La notizia (e la foto) di Natale è la nascita del Bambino Gesù, nella grotta di Betlemme. Duemila anni fa come oggi. Con la sua luce e il suo messaggio di speranza. Un vagito di vita in un mondo ferito. Un bambino che nasce è un annuncio di futuro, in qualunque contesto, a qualunque meridiano. «C'è della bellezza nel modo in cui i bambini giocano, e nel modo in cui imparano. Nonostante le scarse risorse a disposizione, si divertono saltando, correndo, nuotando, mostrando sempre curiosità, felicità, adattabilità, resilienza. La loro capacità di trovare gioia anche nelle circostanze più difficili ha del miracoloso e si rivela perfino in situazioni di conflitto e povertà», scrive Ziauddin Yousafzai, attivista pakistano, padre del premio Nobel, Malala, in apertura di Bambini del mondo, il volume di Steve McCurry (Mondadori Electa, pagine 208, euro 49,90) che raccoglie scatti memorabili del fotoreporter americano dai quattro angoli del mondo: «ritratti dell'innocenza» (il sottotitolo) che «catturano magistralmente il cuore, l'anima e l'umanità dei bimbi, fino agli angoli più remoti del nostro pianeta. La sua arte diventa una sorta di meditazione, intensa e indimenticabile». Perché - come scandisce il critico Owen Edwards - «finché ci sono bambini c'è speranza»: McCurry «usa la sua macchina fotografica non per fornire una vivida testimonianza di chi sono e dove si trovano, ma con il desiderio di evocare speranza per l'umanità». Ecco. I bambini del mondo che - come il bambino di Betlemme - «possono cambiare il mondo». Il mondo in cui vivono. Che sia in un villaggio dell'Afghanistan, in una classe dello Sri Lanka, in un campo profughi del Pakistan, in una città del Sudamerica, nelle dune del Chad, in un parco di Tokyo o per le strade di Marsiglia o di Roma. Figli di mondi lontani, ma con la consapevolezza che «una persona, è una persona, non importa quanto sia piccola» (Dr. Seuss).

Scolari Hazara in quinta elementare - Bamiyan, Afghanistan, 2007

Scolari Hazara in quinta elementare - Bamiyan, Afghanistan, 2007 - © Steve McCurry

Le foto di questi bambini meravigliosi scorrono fra le pagine del libro. E incantano. Ci interrogano, ci commuovono, ci sorprendono, ci fanno sorridere. La loro innocenza è disarmante. «Ho avuto il grande privilegio di fotografare i bambini di tutto il mondo - scrive Steve McCurry - e ora che ho una figlia anch'io apprezzo ancora di più la loro energia, la loro curiosità, le loro potenzialità. Nonostante il contesto difficile in cui molti di loro nascono, i bimbi hanno la capacità di giocare, sorridere, ridere e condividere piccoli momenti di gioia. C'è sempre la speranza che un bambino possa crescere e cambiare il mondo. Spero - continua il fotografo - che le immagini di questo libro aiutino tutti noi a raddoppiare gli sforzi per dimostrare compassione, rispetto e amore nei confronti dei bambini delle nostre comunità e del mondo intero». McCurry cita Dietrich Bonhoeffer: "Il senso morale di una società si misura su ciò che fa per i suoi bambini". Sul fronte sociale, dei servizi, nelle opportunità e l'istruzione. «È l'istruzione a fornire le ali» a questi piccoli pulcini, permettendo loro «di alzarsi in volo e di cantare» - riprende Yousafzai. «Senza questa rimangono silenziosi, inascoltati, inchiodati a terra». Oggi Malala ha «una voce più forte e più potente dei fucili che hanno tentato di farla tacere. Ed è stata l'istruzione a far sì che ciò accadesse».

Nel giorno della nascita di Gesù, ricordiamoci di tutti i bambini del mondo. Pensiamo al loro futuro. Alla loro istruzione. Impegniamoci a non tradire la fiducia e le speranze racchiuse nel loro innocente sorriso.

Una foto, 579 parole e tantissimi auguri.

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