giovedì 29 settembre 2022
E così un'altra estate è passata, vista (e sudata) dal mio letto. È già la seconda. Più che vista, l'ho sentita. Il caldo quest'anno è stato infernale. O io l'ho patito più dello scorso anno. Non so se sia vero o meno quello che ho letto qua e là girando per il web, se cioè che questa sia stata una delle estati più “pesanti” di sempre, di certo lo è stata per me. La meno amata delle stagioni, per me che ho sempre sudato “a cottimo”, tanto per capirci. Litri e litri, fin da quando ero bambino, per la disperazione di mia madre, prima, e dopo di mia moglie. L'una e l'altra rammaricate di non potermi mettere direttamente in lavatrice ai miei stropicciati rientri a casa, costantemente in condizioni pietose. Per questo motivo la mia preferenza è stata sempre rivolta alla montagna piuttosto che al mare. Salvo poi sposare una donna che, fosse per lei, spianerebbe tutti i rilievi per portarli a livello del mare. Per cui mi sono dovuto adeguare, e il mare è entrato in modo continuativo nella mia vita.
La Sla, quando è arrivata, ha scompaginato tutto. E mi trovo oggi a rimpiangere il borgo di neppure mille e cinquecento anime in Argolide, letteralmente dentro il mare, meta da sempre delle nostre vacanze. L'ultima volta ci sono stato nel 2017. Una spiaggia magnifica, che negli anni sembra non aver ceduto nulla, o pochissimo, all'erosione del mare, piccoli ristorantini con i tavoli sulla riva, e un minuscolo porto. Niente casette colorate come quelle che si vedono sulle cartoline, un villaggio che vive di pesca e turismo, soprattutto greco, forse perché è lontano dalle rotte del turismo di massa, scomodo da raggiungere, senza discoteche e senza nessuna di quelle inutili cose ritenute indispensabili per attirare i turisti. Una delizia, dove tutto si muove mollemente, secondo il ritmo lento del caldo.
Mia moglie e io scoprimmo Tolo per caso trentasei anni fa, durante il viaggio di nozze, un giorno che deliberammo all'unanimità di averne abbastanza degli scogli di Nauplia, peraltro cittadina incantevole. Da allora ci siamo tornati quasi tutti gli anni, le nostre figlie ci sono cresciute e ci tornano anche adesso che le vacanze se le organizzano da sole. Abbiamo trovato tantissimi amici (veri amici), com'è inevitabile, penso, se vai sempre nello stesso posto. E così oggi mi trovo a rimpiangere questo “posto del cuore”, il sole che sorge sul piccolo golfo, la chiesetta che domina la microscopica isola in mezzo alla baia, Koronis, e che di notte è tutta illuminata. Tutte cose che non rivedrò più, lo so. Chi me lo avrebbe mai detto che mi sarebbe mancato il mare?
(78-Avvenire.it/rubriche/Slalom)
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