domenica 27 novembre 2022
A un matrimonio altolocato: e dove, altrimenti? Trattandosi di Marcel Proust la domanda è davvero superflua. Ci restano diverse fotografie dell’autore della Recherche, ma fino al 2017 nessuno sospettava di ritrovarlo nelle vesti di involontaria comparsa cinematografica. In quell’anno uno studioso canadese del cinema delle origini, Jean-Pierre Sirois-Trahan, si è detto convinto di aver riconosciuto il grande scrittore francese tra gli invitati al matrimonio tra la contessina Elaine de Greffulhe e il duca Armand de Guiche. Dell’evento, risalente al 1904, esiste una breve ripresa cinematografica, con tutti gli accessori di circostanza: baffi impomatati e crinoline, cappelli a cilindro e gonne a strascico, pomposità diffusa e due o tre fotografi che corrono avanti e indietro sullo scalone d’onore. A un certo punto, a fianco di una delle coppie che discendono impettite, appare questo giovanotto in soprabito e bombetta, con il viso pallido e i baffi ben curati. È Marcel? Non tutti sono d’accordo, ma la semplice possibilità è sufficiente a scatenare fantasie e dibattiti. Anche all’interno del suo capolavoro, Proust c’è e non c’è, compare e scompare secondo una logica imperscrutabile, che mistifica l’autobiografia nel romanzo e invera il romanzo appellandosi all’autobiografia. © riproduzione riservata
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