venerdì 15 marzo 2019
Sono un frequentatore di bancarelle di libri usati, le ultime rimaste ché anche quelle sono state soppiantate da internet. Più che seguire le novità editoriali, dove prima di trovare un libro davvero interessante o addirittura necessario mi capita di cominciare e buttar via decine di romanzi decisamente superflui (ché tutti o quasi ormai scrivono e pubblicare non è mai stato così facile), mi stimola cercare sulle bancarelle dei libri che non ho letto al loro tempo o che mi viene voglia di rileggere. È un buon modo per passare il tempo nei pochi giorni in cui se ne ha un poco a disposizione. Il caso ha voluto che in questi giorni mi capitassero, vicini sulla stessa bancarella, due libri che avevo letto a suo tempo ma che mi sono sembrati di una considerevole attualità, su un tema che non mi sembra molto frequentato dai narratori attuali anche se forse non è mai stato attuale come oggi, quello delle coppie, diciamo così, interetniche. Il primo è un romanzo di Lillian Smith, una scrittrice della Florida che narra cosa accade quando un bianco e una nera si innamorano nel Sud degli anni venti del '900. Prende il titolo da una celebre, disperata le canzone lanciata da Billie Holiday, Strange fruit (il corpo di un nero linciato che penzola da un albero...) e si intitola in italiano Frutto proibito. Il romanzo fu osteggiato in mille modi ed ebbe via libera solo perché lo sostennero Franklin ed Eleanor Roosevelt. Lo pubblicò Mondadori, come l'altro che segnalo, Il ritorno del marinaio di David Garnett, un notevolissimo scrittore inglese. Comprende due bellissimi racconti fantastici, La signora trasformata in volpe, un vero gioiello, il paradossale L'uomo allo zoo e il romanzo breve del titolo, che narra di un marinaio giramondo che torna al paesello con una moglie africana. È la minuziosa e perfetta descrizione delle reazioni dell'ambiente, e della tragica fine della donna. Meno frequentata delle storie alla Romeo e Giulietta sull'amore di due giovani di clan o gruppi sociali diversi, una storia narrata mille volte con finali sia tragici che felici e che è ancora molto attuale nella cronaca di questi nostri anni, il racconto degli amori tra persone con un diverso colore della pelle è molto rara (ed è stata malamente e raramente idealizzata, nella letteratura e nel cinema americano, quando si è trattato di bianchi che sposavano donne giapponesi o asiatiche, alla Sayonara, pur sempre in una chiave sotterraneamente razzista). Ci si augura che gli amori misti possano avere destini normali in un mondo in cui la globalizzazione rende ormai impossibile il «mogli e buoi dei paesi tuoi», semplicemente perché tutto si mescola, ed è questa una delle rare cose buone nell'andamento del mondo.
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