martedì 28 agosto 2012
«Una vita riuscita è unsogno di adolescente realizzato nell'età matura».Questa massima dello scrittore francese Alfred de Vigny è apparentemente lapidaria. Certo è ideale la realtà di una vita che consenta di realizzare, nell'età matura, i sogni dell'adolescenza. Ma dipende che sogni, di quale adolescente. Non sono tra coloro che enfatizzano smisuratamente quell'età della vita: mentre l'infanzia è fatalmente il tempo dell'innocenza, e la virilità deve coincidere con il senso di responsabilità, l'adolescenza è un'età liminare, al confine tra due mondi. C'è l'adolescente che amiamo, Jim, il ragazzo diStevenson che parte alla ricerca di un tesoro su un'isola lontana: e poi, superata la prova, ritorna, condivide la conquista, diventa uomo. Non si trasferisce a vita sull'isola, non riparte a casaccio. C'è il tipo di adolescente cherifiuta ogni modello di società e di ordine, che è perennemente insoddisfatto e inappagato, e non sa che cosa vuole. Questo adolescente rischia di nonsaper sognare un vero sogno, e difficilmente diventerà uomo. Come il lettore avrà inteso non sto parlando di famiglie o categorie di adolescenti, i buoni e i cattivi, ma di due facce dell'adolescenza che hanno convissuto e conflitto in ognuno di noi, e sempre faranno in ogni adolescente futuro. Solo una deve trionfare.
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