venerdì 5 marzo 2004
La maggior parte dei lussi e molte delle cosiddette comodità non solo non sono indispensabili, ma sono anzi veri e propri ostacoli al progresso dell'umanità. Si racconta che Socrate s'avviasse in mezzo alle merci e ai prodotti offerti dal mercato di Atene per esclamare soddisfatto: «Di quante cose non ho assolutamente bisogno!». La società moderna ci ha portato col suo consumismo a un livello altissimo di necessità non necessarie. Molte "comodità" sono del tutto esornative, utili solo ad arricchire colui che le produce ed è così abile da convincerci che senza di esse non si può decorosamente vivere. E' questo anche il pensiero espresso dallo scrittore americano Henry David Thoreau (1817-1862) nella sua opera Walden o la vita nei boschi, una sorta di diario della sua vita per due anni da solo in una capanna sul lago di Walden nel Massachusetts. Certo, ci può essere anche una retorica della vita nella natura, primitiva e solitaria, e forse un po' lo stesso Thoreau vi indulge. Tuttavia la logica frenetica dei consumi, la pubblicità commerciale martellante, la pigrizia e il piacere senza sforzo ci hanno così colmato di prodotti da spinger fuori da noi stessi la nostra anima, l'impegno, la sobrietà, la generosità. Lo stile classico della Quaresima era quello del distacco, della rinunzia, dell'astinenza, del digiuno. Ora al massimo si conosce la dieta ma si ignora il dominio di sé, l'essenzialità, la purificazione dello spirito dal possesso e dall'accumulo. Un autentico progresso morale lo si ha liberandosi dalle scorie,
dagli orpelli, dalle inutili comodità. L'attaccamento alle cose ci rende non solo pesanti fisicamente ma pesanti nella mente e nel cuore, spegnendo la lievità e la libertà dell'anima.
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