giovedì 3 febbraio 2022
Per raggiungere quella spiaggia solitaria si deve percorrere una lunga sterrata solitaria, fra rocce e mirti. L'auto solleva una nuvola di sabbia rossa, sobbalza sulle buche profonde. Questo mare di Gallura, va conquistato.
Fino a che in fondo, oltre alla boscaglia, intravvedi una linea di un blu profondo. La fissi, ti incanta e capisci che non ci sono parole, per descrivere quell'attimo di blu che ti si deposita negli occhi. E non è solo mare: ci avverti dentro una promessa. Quasi che la strada dissestata, polverosa, riarsa, fosse il tuo cammino. Ma, in fondo, si materializza quel blu pervinca. Che sia il tuo orizzonte?
Alla fine, vecchia, forse saprai solo sederti in riva a questo mare. Semplicemente stare ferma e contemplare il mare immenso, ora in pace, ora arruffato di onde prepotenti che si spingono avide e fragorose sulla spiaggia, come a volerla ingoiare.
Ma sai che, non appena calerà il maestrale, il mare di Vignola si calmerà, obbediente. E nelle piccole segrete cale sarà di nuovo quieto e trasparente, acqua di un fonte battesimale.
Sarai capace di sederti qui sulla riva e stare zitta, soltanto a guardare? Come lasciandoti, da questo mare, colmare completamente. Non ci sarà più ansia allora, né paura. «L'anima, non è che una cavità che Egli riempie», scrive Lewis. La speranza, nella polvere della strada, che possa finalmente accadere.
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