mercoledì 22 agosto 2012
«Io devo andare, perché sono simile a un'alga / divelta dagli scogli nelle schiume oceaniche, a salpare / ovunque la sbattano i flutti, o vinca il respiro della tempesta».In questi versi il grande poeta romantico George Gordon Byron, che elesse l'Italia e Venezia a sua dimora, e andò a morire combattendo per la libertà della Grecia, esprime al massimo grado lo spirito vitaleche anima l'uomo avventuroso. L'eccitazione è preceduta e propiziata dalla presenza dell'acqua, scalpitante come un destriero. L'uomo costruisce le prime civiltà quando inizia a coltivare i campi, e quindi edificare, passando dallo stato nomade alla condizione stanziaria. Necessaria alla nascita dei templi, dei tribunali, delle leggi, dei monumenti. Ma l'essere umano non può divenire sedentario, identificarsi completamente con il proprio luogo di nascita, non provare curiosità verso l'altrove. È sufficiente alzare lo sguardo al cielo, al volo degli uccelli, per comprendere come il nostro luogo di nascita e residenza, la nostra casa, non sono la nostra unica sede. E analogamente il mare o la corrente di unfiume indicano che sono tante le strade della vita, tanti i percorsi possibili. Non il nomadismo, l'insofferenza che induce a fuggire, ma la percezione dell'altrove, che sola ci consente di incontrare l'«altro».
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