giovedì 14 febbraio 2019
«Quell'ardore che Omero dice Dio abbia ispirato agli eroi, Amore lo ispira negli amanti, e infatti solo chi è innamorato, vale per gli uomini ma anche per le donne, ha il cuore di offrire la sua vita per quella di un altro. E tra i Greci offre una bella testimonianza di questa realtà Alcesti, figlia di Pelio, che volle morire per lo sposo.» Ci troviamo in un momento centrale degli incontri di Socrate con i suoi discepoli in quel libro fondante che sono i Dialoghi di Platone. Il convivio, ovvero dell'Amore affronta il tema più forte dell'esistenza umana. Il primo a parlare è Fedro, che lodando la potenza di Amore come pari, tra gli umani, a quella degli eroi, cita Alcesti, che aveva offerto la propria vita in cambio di quella dello sposo. A mio parere qui si manifesta la nascita di un'idea troppo alta e quindi pericolosa dell'amore, che attraversa tutto il pensiero occidentale: certo l'amore porta anche al sacrificio della propria vita. Ma non coincide con esso. L'uomo che si innamora di una donna (o viceversa) non aspira a morire per salvarle la vita, ma ad averla, a condividere con lei la sua vita. Se necessario chi ama è capace di sacrificio, ma questo sacrificio è un prezzo, in casi estremi, non lo scopo e la natura dell'amore. Che vuole felicità e gioia, vuole intensificata la vita.
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