venerdì 23 settembre 2011
Quest'uomo avrà sempre la folla dalla sua parte. È sicuro di sé come lo è del mondo. È questo che piace alla moltitudine: essa non cerca prove ma asserzioni. Le prove la inquietano e la mettono a disagio. La folla è semplice e comprende solo le cose semplici. Non bisogna spiegarle né il come né il perché, ma dichiarare solo il sì e il no.

Non conosceva né la televisione né le attuali tecniche pubblicitarie lo scrittore francese Anatole France, quando nell'Ottocento scriveva queste righe. Eppure, difficile è descrivere meglio di quanto abbia fatto lui la raffinata grammatica del consenso di massa, usata da alcuni politici, dai capipopolo, dalle agenzie di pubblicità, dai giornalisti soprattutto televisivi e persino da certi predicatori. Intendiamoci subito: la chiarezza di parola e di pensiero contro ogni esoterismo oracolare e ogni cripticità indecifrabile è una virtù e una dote preziosa. Ciò che qui si denuncia è l'appiattimento cerebrale e spirituale in un riduttivismo tale da umiliare la verità e la realtà, invece di farle brillare.
Purtroppo è vero che la folla ama la pigrizia della semplificazione; non vuole affaticarsi lungo i sentieri ardui in cui bisogna argomentare, discutere, dedurre, essere coerenti e documentati. Preferisce l'asserzione netta e talora banale, nella convinzione che questo superficiale «parlar chiaro» sia sinonimo di verità e di lucidità. Così, tra l'altro, essa si illude di essere intelligente e dotata. L'analisi dell'esistenza e dell'umanità, la stessa fede esigono invece ricerca e approfondimento. Chiaro ma impegnativo il citatissimo appello che san Pietro rivolge ai cristiani di essere: «pronti sempre a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza che è in voi» (1 Pietro 3,15). È, questo, un segno di rispetto verso l'intelligenza e la dignità delle persone.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: