venerdì 28 febbraio 2020
Ho scritto più volte che chi ha letto in gioventù molta fantascienza (la collana mondadoriana di "Urania", e le edizioni e rivista "Galaxy") è molto più preparato alle "Meraviglie del possibile" che ci riserva il futuro (era il titolo dell'antologia einaudiana di racconti di fantascienza proposta da Sergio Solmi con Fruttero e Lucentini, che servì a nobilitare quelle letture presso il pubblico dei colti). Purtroppo alle meraviglie si sono presto aggiunte le paure del possibile, oggi sopraffacendole come si constata guardando alla situazione del pianeta, per esempio ai disastri ecologici e alle epidemie e anche ai disastri "culturali", alla stupidità (individuale, di gruppo, collettiva) sponsorizzata e anzi imposta (soprattutto alle nuove generazioni) dalle nuove tecnologie, la cui meraviglia appare sopraffatta dal "piano del capitale" (che esiste, esiste!) teso a produrre acquiescenza alle sue scelte, al dominio della merce e della politica che obbedisce ai suoi interessi. Un piano criminale e a ben vedere suicida. Autori come l'inglese Ballard e gli statunitensi Vonnegut e Dick e il polacco Lem sono ormai acquisiti alla storia della grande letteratura, ma ci sono anche Sheckley, Brown, Wyndham, Asimov, Clarke, Simak, Christopher eccetera (e i registi cinematografici che, più o meno intelligentemente, ne hanno valorizzato le intuizioni) ad avere avanzato previsioni di "mondi possibili" basate né più né meno sulle tendenze già in atto nella società in cui essi si muovevano. Senza dimenticare Wells e poi Orwell e Huxley e qualche altro geniale pioniere. Leggendo e ascoltando le notizie su Coronavirus, e pensando ai moniti che la letteratura fantascientifica ha saputo darci, ho pensato a un romanzo di Nevil Shute e al film che ne trasse nel 1959 (ambientato nel 1964) Stanley Kramer, regista predicatorio ma, come si diceva un tempo, "sincero democratico". Lo interpretarono alcuni grandi del tempo, Ava Gardner. Gregory Peck, Fred Astaire e Anthony Perkins, e raccontava, ambientato in Australia, gli effetti della terza guerra mondiale, una guerra atomica. La grande isola ne è ancora preservata, ma la nube radioattiva avanza distruggendo ogni forma di vita, e quando sta per arrivare in Australia il governo distribuisce ai cittadini pastiglie di veleno, assiste il suicidio volontario di chi non vuol vedere gli effetti della nube, l'atroce morte delle persone care e la propria, la morte della natura... Queste immagini sono rimaste per anni impresse nella mia memoria, e faccio tutti i possibili scongiuri perché non si realizzino mai, ma è anche vero che la fantascienza ha avuto ragione tante e tante volte, nelle sue previsioni più catastrofiche e nere...
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