giovedì 24 settembre 2015

Aveva inventato la eidolograph, una sorta di lampada magica mediante la quale poteva scoprire nell’ombra la verità: si chiamava Charles Bennett, visse nel XIX sec. e fu illustratore di libri per bambini. Nel 1860 pubblicò uno dei suoi libri più amati: Ombra e sostanza dove, attraverso alcune illustrazioni e l’ausilio della sua miracolosa lampada, manifesta la verità inespressa di molti personaggi. È il caso, ad esempio, di un farmacista, che indossando un rispettabile frac e inforcando occhialini alla Cavour, indica il suo ultimo ritrovato munito di ricetta. Le guance rubiconde, però, e la risata sonora tradiscono la sua vita epicurea. In effetti a ben guardare la pozione che ha appena preparato emette un fumo sinistro e c’è da domandarsi se la provetta reggerà alla combustione chimica degli elementi!
Ma è l’ombra a svelare l’arcano: ahimè, dentro al farmacista si nasconde l’anima di una papera. Con tale satira Bennett vuole colpire quanti celano, dietro la loro pseudo scienza, uno sterile quararaquà, capace solo di seguire le opinioni comuni pur di assicurarsi benessere e posizione sociale. Una, tra le più interessanti illustrazioni, ritrae un membro della società Cogers, fondata a Londra nel 1755 per assicurare la libertà di parola e di dibattito. Non sapeva Charles Bennett quanto stesse centrando il bersaglio con le sue profetiche ombre: il rispettabile pensatore libero, fedelissimo seguace di Cartesio (Cogers deriva dalla celebre frase: cogito ergo sum), esce dal club dei parolai (windbag) con la testa immersa nelle nuove idee fabbricate nella Cogers’hall. Peccato che l’impietosa lampada rivelatrice di Bennett, mette a nudo la vera natura del nostro uomo: un mantice. Sì quest’uomo presto si rivelerà capace solo di soffiare sulla brace del malcontento popolare, della superficialità di giudizio, emettendo per lo più l’aria viziata della sua filosofia. Non a caso il corpo è tutta testa e busto, mentre le mani, segno della prontezza ad agire, sono comodamente infilate nelle tasche e le gambe, esili rispetto al sovrappeso, denunciano l’inattitudine a correre e a camminar spedito. Insomma proprio il ritratto di certi sedicenti pensatori del nostro tempo capaci solo di soffiare sul fuoco dei problemi, ritirandosi in buon ordine quando la mischia si accende e l’incendio divampa. Lo sguardo spento del nostro Windbag tradisce il rischio del detto cartesiano: non «penso dunque sono» (non è sufficiente pensare per maturare la consapevolezza di esistere), ma «cogitor ergo sum» cioè sono pensato e, dunque esisto. L’essere pensato da un Altro (Dio stesso), rende evidente che la Verità ci supera, ci contiene e la nostra grandezza è riconoscerla, così come la luce della eidolograph rende evidente, nell’ombra, la verità della sostanza. Che la luce della Verità, dunque, trovi la nostra ombra degna della sostanza del nostro essere. Che si possa noi tutti riconoscere, non nella babele delle parole, ma nei fatti, la verità dell’evidenza quotidiana, capace di fare di noi uomini e donne più liberi dei membri della Cogers’ Hall. ImmagineQuack (il Papero), illustrazione di Charles Henry Bennett dalla Shadows series.
Incisione xilografica colorato a mano, 1857 Collezione della famiglia Bennett. Windbag (il Parolaio), illustrazione di Charles Henry Bennett dalla Shadows series. Incisione xilografica colorato a mano, 1857 Collezione della famiglia Bennett.




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