domenica 21 febbraio 2016
Stefania CaredduVivere l'Anno Santo come «occasione per ricostruirsi dentro, per vivere nella giustizia, portare avanti una testimonianza di impegno e solidarietà, senza chiudersi negli egoismi né lasciarsi corrompere». È l'invito che il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha voluto rivolgere agli operatori del turismo impegnati nell'accoglienza dei pellegrini nella Capitale, nel Lazio e nelle regioni del centro Italia, che ieri, per la prima volta nella storia, hanno celebrato il Giubileo a loro dedicato nella basilica di San Giovanni in Laterano. «Se non c'è un modo di concepire la vita basato sul riconoscersi uguali, se non c'è un supplemento d'anima che ci spinge ad essere onesti e a non cedere alla corruzione, ci si può barcamenare, ma resta il vuoto», ha ammonito Vallini che, nell'omelia della Messa, ha chiesto a quanti lavorano nel settore turistico di «ricominciare dai valori fondamentali che Dio ci ha dato». «La parola chiave è “accoglienza” perché tutte le persone che si accolgono negli alberghi, nei ristoranti e nelle altre strutture ricettive non sono polli da spennare, ma persone da amare», ha ricordato monsignor Liberio Andreatta, amministratore delegato dell'Opera Romana Pellegrinaggi, intervenendo al Convegno, aperto dal saluto di Giulio Carpi, direttore della Scuola di Management dell'Università Lateranense, che ha preceduto il passaggio della Porta Santa e la celebrazione eucaristica. «Gli affari non ci rendono felici, quello che ci rende veramente felici sono le opere di amore», ha detto Andreatta sottolineando, con le parole di papa Francesco, l'importanza «di un'accoglienza festosa, cordiale e paziente». Soprattutto (ma non solo) durante il Giubileo che, con l'apertura delle Porte Sante in tutto il mondo, non ha ancora avuto un impatto evidente sulla Città eterna, con «un calo del 20 per cento nello stallo dei bus nel mese di dicembre», come ha rilevato Franco Gabrielli, prefetto di Roma. È necessario, ha aggiunto, «combattere l'abusivismo, tutto ciò che inficia negativamente il settore e sostenere il turismo fatto di sana imprenditoria». Del resto, ha rimarcato Francesco Palumbo, direttore generale del turismo del ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, «considerati i trend in crescita, quello turistico è un settore su cui l'economia può scommettere, in quanto uno dei fattori di vera competitività e di riconoscibilità all'estero». Ma per superare difficoltà, frammentazioni in sede decisionale e resistenze, è fondamentale «un'attività di coordinamento con altri ambiti strategici, quali le infrastrutture, i trasporti e l'ambiente», ha affermato Palumbo annunciando l'approvazione, forse già entro luglio, «di un piano strategico per il turismo che abbia come obiettivo la competitività delle imprese e la valorizzazione dei territori». Secondo Giovanni Bastianelli, direttore dell'Agenzia del turismo della Regione Lazio, serve poi un impegno per favorire e diffondere «la cultura dell'ospitalità» perché «la fortuna turistica di una località non si costruisce a tavolino, ma ha bisogno del contributo degli abitanti che devono sentirsi orgogliosi del loro territorio». «Roma è unica e generosa», ha osservato Maria Barillà, sub-commissario del Comune capitolino, ed è chiamata ad una accoglienza autentica che, come ha sintetizzato Gianfranco Mulas, presidente dell'Ente bilaterale nazionale del turismo, «significa organizzazione, incontro, spesso assistenza, condivisione di sentimenti».
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