sabato 11 dicembre 2021
Poche cose spiegano la normalità in affanno meglio delle acquasantiere nelle chiese. “Asciutte” da un sacco di tempo perché, se piene, immergere le mani favorirebbe la diffusione del virus. A dire il vero non se la passavano bene neppure prima, sin da quando vennero svuotate per impedire che servissero a lavare le siringhe di chi si drogava. Inoltre, più banalmente, si sta perdendo il senso dei gesti legati al sacro. Bagnarsi le dita con acqua santa, e poi segnarsi, è tra i più semplici. Un modo per ricordare il Battesimo, per ringraziare del dono della fede, per esprimere il desiderio di purificarsi. Il significato più bello legato all'acqua santa però sta nel benedire. La casa, il luogo di lavoro, soprattutto le persone. Così, sarebbe triste smarrire l'importanza di un rito che trasforma la più umile e necessaria delle risorse, l'acqua appunto, in un formidabile strumento d'amore. Ma molto possono fare anche le parole. Avere chi ti dice e scrive: “Dio ti benedica” o “sii benedetto” equivale a ricevere una medaglia. Da tenersi stretta al cuore per poterla guardare quando il morale è in cantina. Spero capiti a tutti. In modo che, capendo di essere importanti agli occhi di Dio, possiamo provare a testimoniarlo nel gusto del dialogo, nella forza del perdono. Per diventare noi stessi una benedizione.
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